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Sugli insegnamenti di papà Lilian
—“Beh, tu conosci mio padre, io so chi è mio padre. So cosa rappresenta mio padre, per cosa combatte e cosa rappresenta. E penso che sia semplicemente un'educazione normale che un papà dà ai suoi due figli, quella di vivere e crescere nel rispetto e di sapere cosa rappresenti nella società come uomo di colore e come persona di colore e le difficoltà che potresti incontrare sulla strada della tua vita. E penso che mi abbia preparato per questo”.
Sul feeling con Lautaro
—“Beh, innanzitutto Lautaro è uno dei migliori attaccanti al mondo. Quindi penso che giocare con lui non sia la cosa più difficile del mondo. Penso che sia un giocatore molto intelligente e mi considero non male come movimenti. Non ho sempre giocato come numero nove. Quindi mi piace correre nello spazio che crea. Mi piace correre sul campo e penso che ci piaccia fare le stesse cose e anche non la stessa cosa. Quindi penso che ci troviamo molto bene in attacco”.
Sullo stile dei calciatori
—“Mio padre viene sempre con il cappello. E' uno stile piuttosto buono. No, ma più seriamente. Beh, penso di appartenere a una generazione di giocatori a cui piace mantenersi e avere un buon stile dentro e fuori dal campo. In campo penso che sia un po' meno importante rispetto a fuori. Sì, mi piace apparire fresco e ben sistemato. È ciò che voglio”.
Sul rapporto con Henry
—“La cosa divertente è che ho affrontato Thierry una volta nella mia carriera. Lui era allenatore al Monaco e io giocavo nel Lille e penso che sia la partita in cui ero più motivato nella mia vita prima della partita. Quindi andrà bene”.
Sul porsi limiti
—"Mi piace pensare di non avere limiti, per questo lavoro duro ogni giorno, mi pongo degli obiettivi senza pormi limiti. Henry ha fatto stagioni da 20 gol e 20 assist, sarebbe un bell'obiettivo da raggiungere. Penso che agli attaccanti di oggi sia richiesto di fare gol ma mi piacevano Henry o Benzema che segnavano ma anche aiutavano la squadra a giocare meglio, penso di essere quel tipo di giocatore. Mi piace aiutare la squadra, non solo fare gol. A fine partita, se non ho fatto gol ma magari due assist, sono il man of the match. Voglio essere più di un semplice attaccante"
Su Henry
—"La cosa bella è che per fortuna Henry non gioca più, altrimenti sarebbe un problema per tutti. So che è impegnato, ha molte cose da fare. Mi piacerebbe venisse a vedermi quando giocheremo contro il Como"
Sulla mamma
—"Mia mamma si chiama Sandra, sarà felice perché ogni volta che mi fanno un'intervista mi manda sempre il video. Mio papà mai. Sarà felice anche questa volta lei. E poi Henry evoca tanti ricordi. Mia mamma è molto importante, mi è sempre vicina e mi chiama sempre, mi fa anche ridere certe volte perché abbiamo la stessa risata. Le persone dicono che io ho il suo carattere, è importantissima per me"
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