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"Non conoscevo il Maradona, i compagni mi avevano parlato un po' dello stadio e dell'ambiente: è stata una bella partita in un bello stadio. Scudetto? Non è lotta a due, anche perché non giochiamo contro la Juventus ogni weekend (ride, ndr). Ci sono varie squadre in lotta, vedremo a fine campionato. Cosa scelgo tra scudetto, Champions o Europeo con la Francia? Se lo dico non si realizza".
"Con mio padre parlo spesso del calcio, della vita, di come cresce un calciatore e un uomo. Mi ha aiutato tanto a essere la persona che sono oggi. Un consiglio che mi ha dato? Di fare quello che mi piace e di godermi quello che faccio quando entro in campo. Mi ha insegnato il rispetto per la gente, che siamo tutti uguali e che dobbiamo tutti vivere insieme. Mio fratello Kephren? Gli dico di giocare e di provare a diventare sempre più forte a ogni allenamento e a ogni partita, e sono fiero di lui".
"Il mio cognome non mi ha mai creato pressione. E per quanto riguarda l'Inter, sapevo che fosse una grande squadra, fra le più importanti al mondo. Sapevo di dover far bene, ma questa è stata una motivazione in più. I miei idoli? Henry, Adriano, Ronaldo. Tutti avevano una cosa in comune: saltavano l'uomo e facevano gol. L'avversario più duro? Non ho ancora incontrato tutti i migliori difensori del mondo, ma quello che mi creava pensieri era Upamecano".
"Il mio gol preferito? Quello nel derby: non penso al tiro o altro, ma al rumore che ho sentito quando è entrata la palla. Ma quello più bello è stato l'anno scorso contro il Borussia Dortmund: ho preso palla a centrocampo e sono andato a far gol. Messi? Il miglior giocatore della storia del calcio ma quando ero piccolo non sapevo che era Messi, io vedevo solo un compagno di squadra di papà".
(Fonte: Sky Sport)
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