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La tecnologia nel calcio rappresenta qualcosa di nuovo e significativo. L'introduzione del Var ne è un chiaro esempio, è parte integrante del gioco. Ho degli amici qui a Milano, uno dei quali è Federico Dimarco, è il milanese per eccellenza. Ho un aneddoto su di lui. Probabilmente era il mio primo mese qui a Milano quando andai a mangiare in un ristorante. La mattina dopo quando arrivai all'allenamento, Dimarco mi chiese cosa avessi fatto in quel ristorante. Sono rimasto sorpreso e gli ho chiesto come lo sapeva".
"Lui rispose semplicemente: "Questa è la mia città, so tutto quello che succede qui". Il mio rapporto con Lautaro si è sviluppato in modo molto naturale. Sapevo già chi era, un grande attaccante e non vedevo l'ora di giocare con lui quando sono arrivato all'Inter perché sapevo che insieme avremmo fatto grandi cose. Sono rimasto piacevolmente sorpreso perché è stato molto gentile con me. In campo può sembrare una persona seria e arrabbiata, un po' cattiva, ma fuori dal campo scherza sempre. È un capitano fantastico Quando scendi in campo senti la città alle tue spalle. I giorni delle partite sono come i giorni degli spettacoli, un po' come i concerti per i cantanti. San Siro è uno stadio come nessun altro, con 75 mila persone che tifano, fa sicuramente la differenza".
"Quando guardo i trofei rifletti sulla storia dell'Inter. È evidente che sono entrato in un club ricco di storia che ha visto giocatori iconici indossare questa maglia come Adriano e Ronaldo che hanno lasciato il segno. Quando indossiamo la maglia dell'Inter capiamo che rappresentiamo molto più che solo noi stessi. Incarniamo un'eredità e una città. Un momento speciale per me è il gol contro il Milan all'andata. Molto speciale anche il secondo gol nel ritorno, ma ormai la stagione era quasi finita e la gente mi conosceva".
"Ma prima di quel gol si cercava ancora di capire chi fosse realmente Marcus Thuram, di cosa fosse capace e se fosse veramente forte. Segnare così presto e in quella partita in particolare, ha creato immediatamente un forte legame tra me e i tifosi. Quando sono arrivato qui mi è stato subito chiaro che l'obiettivo era vincere il campionato. Abbiamo avuto una stagione fantastica, abbiamo sentito la gioia che abbiamo portato ai tifosi. Giochiamo per dare gioia ai tifosi e per rendere orgogliosa la città. Quando abbiamo vinto lo scudetto, abbiamo sfilato sul bus scoperto, non avevo mai visto tanta gioia in città, è stato incredibile, si alimenta il nostro desiderio di lottare per i fan. Per alcune persone siamo come supereroi, quando entriamo in campo pensiamo ai tifosi. Siamo consapevoli di avere delle responsabilità di restituire qualcosa ai tifosi"
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