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Thuram: “Bel gruppo, Dimarco su tutti. Acerbi incredibile. Stile? Darmian top, Bastoni…”

Eva A. Provenzano Caporedattore 

Nel podcast condotto da Ranocchia le parole dell'attaccante nerazzurro su come sta vivendo la sua esperienza all'Inter

Marcus Thuram ha preso parte a Frog Talks, un podcast al quale ha partecipato l'ex difensore dell'Inter, Andrea Ranocchia. «Era forte Ranocchia, lo prendevo alla play station», ha scherzato: «La prima volta che ho visto San Siro era vuoto, per fortuna, perché sarebbe stato difficilissimo. Quando ho giocato col Monza contro il pubblico, è stato pazzesco».

Il francese si è raccontato rispondendo alle domande dell'ex giocatore nerazzurro sottolineando che il suo papà non lo ha mai costretto a giocare fino a che non ha capito che era bravo davvero e che era quello che voleva fare. «Poi mi ha aiutato, ho capito che papà era un giocatore quando siamo andati a Barcellona e giocava con Ronaldinho. Io parlo quattro lingue ora», ha spiegato.

«La storia di Google a San Siro? Mi sono googlato io per far vedere ad uno della sicurezza che ero proprio io. Dovevo andare in conferenza stampa e avevo dimenticato il passaporto, ho dovuto togliere la mascherina e fargli vedere la foto». «I difensori con gli attaccanti veloci fanno l’errore di prendersi 1 metro, così si fanno puntare e indietreggiano. Un giocatore che fa qualcosa di incredibile è Ace, che conoscevo ma oggi conosco meglio, quando mi giro lui ha sempre l’attaccante in mano, se gli sta vicino non può mai mettersi a correre», ha spiegato.

«Siamo un bel gruppo e si vede da fuori? Abbiamo più o meno tutti la stessa età, ci alziamo tutti, anche la panchina ad esaltare, siamo un bel gruppo. Il meglio vestito è Darmian. Calha ha un bel stile, Arnautovic a volte, quando vuole. Il peggiore... sono tanti. Bastoni a volte è tamarro, da morire, sembra lo faccia a posta, sembra che si metta a caso la prima cosa che trova e viene. Poi Cuadrado, a volte certe scarpe... Sensi si veste bene. Bastoni invece proprio non se ne frega...». 


 «Il primo con cui mi sono trovato davvero bene è Dimash, lui fa morire dal ridere, ma anche con Calha e Arna, oltre al gruppo di Basto e Bare, ma comunque tutti, davvero con tutti. I momenti che vivi col gruppo sono momenti che non vivi mai allo stesso modo, è come essere in famiglia. Giocare ogni tre giorni aiuta molto perché resti sempre concentrato sulla partita dopo, non hai tempo di pensare alla partita di prima perché ne arriva subito un'altra», ha sottolineato.

«Prima della partita col Napoli ho tentato sei-sette tiri tutti fuori, ma tanto fuori. Poi sono entrato negli spogliatoi mi sono calmato e sono entrato tranquillo in campo. Il difensore è un ruolo difficile perché puoi fare bene dieci partite e poi sbagli una cosa e arriva un gol. Mio padre non voleva giocassi dietro. Papà mi racconta che era alla Juve e giocava contro il Real di Ronaldo. Puntò mio padre e Cannavaro, superò entrambi e papà chiedeva a Cannavaro come mai non l'avesse coperto. Ma ero in copertura, gli ha risposto Fabio. Ronaldo era troppo forte», ha raccontato ancora il giocatore di Inzaghi.

(fonte: inter.it)

 


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