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Toldo: “Spalletti leader e società seria, a gennaio l’Inter non starà ferma. Su Cuper…”

Matteo Pifferi

L'ex portiere di Inter e Fiorentina si concede ad una lunga intervista

Lunga intervista di Francesco Toldo all'emittente egiziana ONSport in merito all'andamento dell'Inter attuale ma anche sulle curiosità della carriera dell'ex portiere di Inter e Fiorentina:

"L'Inter non ha rivoluzionato il mercato perché si partiva già da una base medio-alta. Era giusto inserire i giocatori richiesti dal tecnico; ciò dimostra serietà da parte della società, non c'era bisogno di rivoluzionare. L'Inter deve lottare, poi i risultati si vedono alla fine ma con lo spirito che c'è siamo tutti soddisfatti perché si vede un ambiente quadrato, dove c'è abbastanza stima dei giocatori e della società ed entusiasmo dei tifosi. Si sta creando una bella sinergia".

MERCATO - "Sta al tecnico indicare i suoi punti e alla società andarli a prendere, ma non si rimarrà fermi. L'ambiente è aiutato dai risultati, ovviamente; però vedo che tra i ragazzi c'è una bella armonia. Viene riconosciuta la posizione di leader all'allenatore (Luciano Spalletti ndr) e ci sta".

CARRIERA - "Le coincidenze mi hanno portato, quasi senza accorgermene, ma tra grandi sacrifici tra scuola e calcio, soprattutto calcio e meno scuola, ad arrivare a palcoscenici importanti ed essere me stesso, offrire allo sport quello che sono. A livello di esordienti e giovanissimi, allievi, sì puoi intravedere qualcosa ma l'importante è che il ragazzo studi. Questi discorsi sono entrati quando sono arrivato a 16/17 anni quando è arrivato il Milan a prendermi dal Montebelluna, i miei hanno parlato tra loro senza dirmi niente. Mio padre ha fatto 20 anni il benzinaio e 20 il tabaccaio. Io ho iniziato a fare l'alternanza scuola-lavoro perché ho fatto l'alberghiero e davo una mano. Avrei seguito le orme del papà, avrei fatto il tabaccaio. C'era l'opportunità del calcio, volevo proseguire. I miei genitori hanno avuto l'intelligenza di lasciarmi andare, quello che farei ai miei figli adesso. Ho imparato come si deve stare in mezzo al campo, emulando grandi campioni e cercando di imparare da loro qualche segreto, allora mi ricordo che mi nascondevo dietro la porta di Galli, Pazzagli e Antonioli. Quando Sacchi divenne allenatore dell'Italia, lui portò il suo gioco nella Nazionale. Il portiere aveva la regola di stare avanti e anticipare i filtranti degli attaccanti e uscire di piede, all'epoca non c'era nella dote di un portiere e mi ha insegnato anche questo".

BATISTUTA - "Segnava solo di destro, non c'era verso".

CUPER - "Lo sto cercando, è un grande uomo. Lo saluto tanto, molto. Un uomo vero, lo sport per chi lo fa e lo vede deve essere un esempio e lui lo è stato per me. Hector Cuper è stato l'allenatore che mi ha voluto all'Inter, ha creduto in me. Ho voluto ripagarlo in tutti i modi, mi sono spinto anche a far gol alla Juventus. E quando capita? Lui è capace di fare entrambi i calci, primo non vuole prendere gol. Conosce bene l'ambiente, quando sposa una causa lo fa fino in fondo".

FIORENTINA - "Ho visto gente correre o scappare di corsa perché erano arrabbiati per la mancanza di risultati. È stata un'escalation. Mi emoziono a sentir parlare di Fiorentina, però è passato. È passato perché ci fu uno smembramento dei giocatori e della società dovuto al rischio del fallimento".

BUFFON/TOLDO - "Il calcio in quei periodi non era leale, non era governato in modo lecito e chiudo la parentesi senza polemica. Il calcio deve essere meritocratico, devono giocare i più forti. Buffon è un gran portiere, il numero 1 dei numeri 1 ma Toldo in quegli anni ragazzi..."

SCUDETTO - "In modi diversi ci si avvicina alle prime posizioni. Starà al tempo e agli equilibri, verso marzo con i primi caldi, ci sono una serie di variabili difficili da dire adesso".