Toro squarcia Milan, chi parla ora? Inter, i tre nomi della finale. Inzaghi vince da professore
Toro squarcia Milan, chi parla ora? Inter, i tre nomi della finale. Inzaghi vince da professore
FCInter1908.it ha analizzato così quanto accaduto a San Siro tra Inter e Milan nella semifinale di ritorno di Coppa Italia
Marco Macca
Ci sono pochi attaccanti in grado di prendere in mano l'anima di San Siro e dolcemente squarciarla con una prestazione da campione vero. Doppietta regale, partita furiosa, con la fame di chi era consapevole di aver lasciato forse troppo per strada. Lautaro Martinez è uno di quegli attaccanti e lo ha dimostrato nella notte più importante. Quella che, 11 anni dopo, riporta l'Inter in finale di Coppa Italia (l'ultima volta nel 2011 contro il Palermo, vittoria per 3-1 dei nerazzurri. E' il Toro uno dei tre vincitori principali della notte del Meazza, una notte splendida, stellata, che rappresenta un'altra tappa fondamentale nella storia di questa stagione. In Coppa Italia, certo, ma probabilmente anche nella corsa allo scudetto. Gli altri sono Correa e Inzaghi, ma ci arriveremo.
L'Inter di ieri ha aperto un orizzonte verso la storia. Vincere un derby è sempre importante, ma farlo in questo modo, pungendo sempre al momento giusto, significa avere una mentalità dominante. E' stata una squadra sempre lucida, sempre consapevole del suo ruolo e del suo compito all'interno della partita. Concentrazione totale, fame e determinazione. A immagine e somiglianza del proprio condottiero. Una vittoria diviso tre, ma da distribuire pure fra i 75 mila del Meazza (che bello rivederlo ruggire così!).
LAUTARO - Chi era a San Siro e non solo ha subito intuito che Lautaro era in una di quelle serate che si ricordano a lungo. Giocatore totale, partita totale. Per una notte, l'argentino ha messo a tacere tutte le critiche (peraltro, spesso giuste) piovute sulla sua testa negli ultimi mesi. Le voci di mercato, le domande, i dubbi. Tutto spazzato via in una sola serata. Il gol al volo dopo 4' che ha aperto le marcature nel derby della semifinale di Coppa Italia è poesia pura. Un concentrato di potenza, intelligenza tattica, senso del calcio e del gol, classe sopraffina. Un gol da attaccante mondiale, che in pochi al mondo sanno fare. Te lo ritrovi lì, a realizzare un gol da sogno, e subito dopo a chiudere in area su un avversario. Il modo migliore per lasciare agli altri le chiacchiere e per tornare ai livelli che tutti ci aspettiamo da lui.
CORREA - Anche lui, di chiacchiere, ne ha sentite tante quest'anno. Anche lui ha dovuto subire tante critiche, anche nel suo caso spesso giuste. Ma ieri sera è arrivata la risposta giusta. E sarà un caso che la migliore Inter delle ultime settimane si è vista con lui in campo? Anche a La Spezia, al netto di qualche errore, si è visto un netto miglioramento. Probabilmente, per Simone Inzaghi è lui il titolare accanto a Lautaro o Dzeko. I suoi movimenti, la sua qualità e la sua capacità di raccordare centrocampo e attacco posso dare imprevedibilità alla squadra e sono una garanzia per il finale di stagione e una base per il futuro.
INZAGHI - Il primo derby vinto sulla panchina dell'Inter ha il sapore di una rivincita. Simone in questi mesi ha dovuto ingoiare tanti bocconi amari, che ha incassato con classe e signorilità. Probabilmente anche lui ha commesso degli errori nel corso delle ultime settimane. Ma l'Inter è in finale di Coppa Italia dopo 11 anni, è arrivata agli ottavi di finale di Champions League dopo altrettanto tempo, ha dato una dimostrazione di superiorità e forza ed è padrona del proprio destino in campionato, verso la seconda stella. Una stagione che potrebbe scoprirsi storica, anche per merito di un allenatore capace di dare alla squadra un gioco spettacolare e togliersi dei massi dalla scarpa. Perché ieri ha azzeccato tutto: da Correa a Darmian, le scelte 'a sorpresa' non hanno tradito. Inzaghi è tornato in cattedra, una serata da professore. Ora l'orizzonte porta alla seconda stella. Il destino è a portata di mano, bisogna acciuffarlo come solo i grandi sanno fare. Ci sarà spazio anche per giocarsi un'altra finale, in un altro appuntamento con la storia. L'11 maggio sarà Inter-Juventus o Inter-Fiorentina.
Giusto terminare con una menzione d'onore per Ivan Perisic. Che qualcuno vada a controllare lo stato del prato di San Siro all'altezza delle fasce. Non troverà un filo d'erba rimasto intatto. Ha travolto tutto, in una delle sue serate migliori in assoluto. Stagione fantascientifica. Un appello alla società, che gli rinnovi al più presto il contratto.
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