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Inter, tre anni di Marotta: dalla ricostruzione ai trionfi. E non è finita qui
13 dicembre 2018: Giuseppe Marotta viene nominato nuovo amministratore delegato dell'Inter. Sulla panchina nerazzurra c'è Luciano Spalletti, Mauro Icardi è il capitano e il leader della squadra, il tanto atteso ritorno in Champions League è durato il tempo della fase a gironi, con la conseguente retrocessione in Europa League. Oggi la situazione è completamente diversa: al timone del gruppo c'è Simone Inzaghi, sulla maglia c'è la coccarda tricolore, e il club è tornato competitivo in Italia così come in Europa. E tra i principali artefici della rinascita interista c'è proprio l'ex dirigente della Juventus. Tuttosport ripercorre le tappe del triennio Marotta, tra passato, presente e futuro.
"L'avvento di Marotta fu chiaramente decisivo per convincere Conte a sposare il progetto nerazzurro. «Per ridurre il gap con la Juve non bisogna fare proclami, ma avere una cultura del lavoro accompagnata da senso di appartenenza verso questa società», disse Marotta il giorno dell'insediamento. Arrivarono poi mesi intensi e anche delicati, con la gestione del caso Icardi e uno spogliatoio da ricomporre, ma alla fine il dirigente riuscì a sistemare la situazione, portando Conte a Milano. L'estate 2019 è stata quella della costruzione dell'Inter che due stagioni dopo avrebbe conquistato lo scudetto, con una campagna acquisti faraonica: Lukaku, Barella, Sensi, Sanchez, Lazaro e Godin, più i ritocchi invernali di Eriksen, Young e Moses. La prima annata di Conte il secondo posto in A e la finale di Europa League, poi persa col Siviglia, quindi ecco la straordinaria cavalcata scudetto la scorsa stagione nonostante un mercato estivo 2020 a costo zero, dovuto alle conseguenze della pandemia che hanno poi lasciato strascichi importanti, non solo all'Inter.
Neanche il tempo di godersi il successo ritrovato e la soddisfazione di aver interrotto il dominio della Juventus, da lui stesso creato, che Marotta, insieme ad Ausilio, ha dovuto gestire l'ultima difficile estate, con addii importanti, da Conte a Lukaku e Hakimi, passando per il dramma Eriksen, ma - come sta dimostrando il campo - ben rimpiazzati con gli affari Calhanoglu, Dzeko, Correa e Dumfries. Il tutto con la sapiente scelta di puntare su Simone Inzaghi, novello Allegri, capace di raccogliere l'eredità di Conte con pragmatismo ed empatia col gruppo come fece Max a Torino nel 2014".
"Il viaggio di Marotta non è finito, nonostante, lui per primo, nelle scorse settimane abbia ammesso che l'Inter sarà l'ultimo club della sua carriera che potrebbe però avere una coda a livello istituzionale. D'altra parte Marotta non è solo un grandissimo gestore di club, di uomini e spogliatoi, è dirigente competente in più campi, con "peso politico" all'interno della Lega. Marotta è della vecchia scuola, come Adriano Galliani : si occupa - e sa - di tutto, si confronta con i presidenti dei top club europei, ma anche con i giardinieri di Appiano Gentile. Come detto, però, la storia di Marotta all'Inter non terminerà il 30 giugno 2022, data di scadenza del suo attuale contratto. Da tempo Marotta, così come Ausilio, Baccin (vice ds) e Samaden (responsabile settore giovanile) sono in trattativa con Suning per prolungare i propri accordi di altre due-tre stagioni. Il progetto, nonostante i noti alti e bassi della proprietà, va avanti e al timone c'è e ci sarà ancora Marotta".
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