In una lunga intervista concessa ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, l'amministratore delegato di Pirelli e grande tifoso nerazzurro Marco Tronchetti Provera, ha parlato in vista del derby d'Italia di domani sera tra Inter e Juventus: "Sì, anche per me Inter-Juve è “La” partita. Trovo che la definizione di derby d’Italia coniata da Gianni Brera sia sempre attualissima".
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Tronchetti Provera: “Inter-Juve è ‘la’ partita. Spalletti capace, Icardi resti. Suning…”
Le parole dell'amministratore delegato Pirelli
Se vince la sua Inter aiuta il Napoli in modo probabilmente decisivo: giocate per due, stavolta.
«Beh, finora il campionato ci ha fatto vedere tre facce della nostra squadra. Quella felice dell’esaltazione, quando nel giro ne di andata viaggiavamo al vertice; quella delusa della fre nata, quando il gioco ha risenti to negativamente del calo di alcuni elementi base; adesso questo finale ci ritrova protagonisti del nostro destino. E bisogna tornare a mostrare la faccia migliore».
Pirelli e Ferrari, Pirelli e Fiat...Rapporti stretti, da anni. Praticamente un connubio. Poi però arriva il calcio... come vive questa strana situazione?
«Certo, il mondo delle auto ci accomuna alla Fiat da tempo. La nostra collaborazione con la Ferrari è nella storia. Ma tra me e la Juve... non c’è storia. Comunque il bello del pallone è che dopo le prime ventiquattr’ore vissute a caldo, qualsiasi polemica si stempera nell’attesa del prossimo confronto».
L’arbitro Ceccarini è tornato di recente su quello scontro Ronaldo-Iuliano della stagione 1997- 98. Lei era in tribuna?
«Ebbene sì. Purtroppo...».
Ci fosse stata la Var sarebbe andata diversamente?
«La Var avrebbe solo confermato che non c’era bisogno della Var per adottare il provvedimento giusto».
Era in tribuna anche all’Olimpico, quando la Juve vi scavalcò all’ultima giornata: ci sono immagini che la ritraggono sconsolato insieme con Moratti.
«Il 5 maggio del 2002. Indimenticabile delusione. Per for tuna ci sono anche tanti ricordi belli legati alla Juve».
Ad esempio?
«Beh, tutte le volte che abbiamo vinto».
Questa Inter è ad altezza Juve?
«Dico che abbiamo una buona squadra, se tutti si esprimono al meglio l’anno prossimo si può lottare per lo scudetto senza fare tanto sul mercato».
A proposito: di lei i tifosi si fidano, questa proprietà che ha bloccato alcune operazioni legate a top player, portando Sabatini alle dimissioni, a che gioco sta giocando?
«Noi come Pirelli abbiamo rinnovato la collaborazione e quindi siamo convinti di avere a che fare con gente seria, affidabile e dal patrimonio consistente. Credo che Suning, che molto aveva speso per Kondogbia, Joao Mario e Gabigol, abbia voluto osservare con scrupolo il fairplay economico imposto dall’Uefa. Si tratta di una struttura complessa che forse andrebbe riesaminata con calma e attenzione».
Si riuscirà a trattenere Icardi?
«Me lo auguro. Ha dimostrato di essere il più forte centravanti d’area oggi al mondo».
Ma ha intonato la canzoncina di chi se ne va: ora sono dell’Inter domani chissà. Cosa ne pensa?
«Che è il nostro capitano».
Ha fiducia in Spalletti?
«Lo ritengo un tecnico fra i più capaci, sì. Inserendo Cancelo e Rafinha ha ovviato alla carenza di qualità in mezzo al campo, ora ci sono più idee e più soluzioni d’attacco».
Brozovic è stato tra i più alterni.
«È uno che ha classe, forte».
Perisic?
«Un altro elemento assai bravo. Ribadisco: abbiamo un gruppo di qualità, anche in difesa i cen trali danno ampie garanzie. Servirà qualche ritocco, non una rivoluzione per rendere l’Inter competitiva per la lotta scudetto. Come del resto lo era stata all’andata».
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