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L'Inter rientra a Milano dopo la soddisfacente tournée americana. I nerazzurri hanno impressionato tifosi e addeti ai lavori, mostrando contro avversari di tutto rispetto, grande determinazione e voglia di fare. L'edizione odierna della Gazzetta dello Sport evidenzia tutti i singoli fattori che stanno contribuendo a generare una squadra nuova, ricca di elementi di spicco e totalmente diversa da quello dello scorso anno.
Gruppo giovane: la decisione di chiudere col passato e ricominciare da capo, ha di fatto azzerato le gerarchie all'interno dello spogliatoio nerazzurro, adesso c'è un gruppo giovane e responsabilizzato e tutti si sentono protagonisti di un progetto che prende forma giorno dopo giorno. Via tutti, adesso l'unico senzatore è Nemanja Vidic, arrivato da poco e con un notevole carico di umiltà. La sua voglia di vincere sta letteralmente investendo tutti i propri compagni. C'è unità d'intenti e l'impressione è che tutti stiano bene all'interno di questo gruppo, la cena collettiva di Pinzolo non è stata l'unica, eventi simili si sono ripetuti anche in America e tutto ciò si vede poi in campo. Ognuno si sacrica per il compagno.
Condizione atletica: anche sotto questo punto di vista, l'Inter sembra aver tratto vantaggi dall'esperienza dello scorso anno. Walter Mazzarri ha ridotto i carichi di lavoro e personalizzato le sedute di allenamento: il risultato è stato quello di ricevere in dono meno infortuni e più brillantezza. Di questi tempi, lo scorso anno si stentava e perdeva malamente contro il Valencia, sotto gli occhi increduli di Moratti e con i mea culpa di Mazzarri, reo di aver caricato troppo i suoi.
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