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Alla vigilia di Chievo-Inter, gara valida per la 13^ giornata di Serie A Tim 2010-2011, che si giocherà domani allo stadio "Bentegodi" in Verora (ore 15), Rafael Benitez ha risposto alle domande dei giornalisti nella tradizionale conferenza stampa della vigilia.
Che gara attende l'Inter a Verona? Il Chievo è sempre riuscito a dare del filo da torcere ai nerazzurri."Lo sappiamo, così come sappiamo che sarà difficile, ma abbiamo voglia di vincere. E sappiamo che dopo il derby dobbiamo fare bene e migliorare. La cosa più importante è che tutti insieme dobbiamo lavorare sempre un po' di più, per risolvere tutti i problemi che abbiamo: proviamo".
Alla luce anche degli ultimi infortuni, è stato individuato che cosa non ha funzionato, anche a livello di preparazione?"All'inizio abbiamo fatto tante riunioni per analizzare un po' tutto, abbiamo parlato con il medico, abbiamo parlato tutti insieme, siamo arrivati al punto di fare un'analisi un po' più individualizzata dei singoli giocatori per controllare maggiormente la situazione. Stiamo anche facendo un lavoro di prevenzione, ma quando una squadra perde dei pezzi è sempre difficile. Un po' come nel canottaggio, dove ci sono il timoniere e i vogatori. Si deve andare tutti insieme, ma se prima ne manca uno e poi ne manca un altro, è chiaro che c'è qualcuno che deve fare più sforzo, e quindi è sempre più difficile, con lo sforzo che sarà più pericoloso e rischioso. Adesso, infatti, noi non possiamo fare turn over, non possiamo fare cambi: sappiamo che è una situazione di difficoltà, con degli ostacoli nella corsa, ma dobbiamo continuare e guardare avanti. Abbiamo fatto, come ho detto prima, questa riunione con il medico e con tutti i preparatori atletici, e sappiamo che ogni giocatore ha bisogno di un lavoro specifico, ora dobbiamo farlo".
Rafa Benitez si sente in bilico o è tranquillo come una settimana fa?"Io sono preoccupato perché perdiamo giocatori, cerchiamo di fare una squadra forte per ogni partita, ma non è facile quando si continuano a perdere giocatori. È chiaro che, dopo tutte le riunioni che abbiamo avuto tra noi, dopo aver parlato con il presidente ieri, sono tranquillo che siamo tutti insieme. Dobbiamo lavorare, adesso è un momento per andare avanti. È una corsa, tutti possiamo avere dei problemi: noi li abbiamo avuti all'inizio, aspetto che gli altri li abbiano un po' più avanti, così noi potremo andare avanti lo stesso".
Il presidente Moratti l'ha tranquillizzata?"Il presidente sa che è una situazione difficile, perché qualche volta gli infortuni sono difficili da analizzare. Ma ieri, ad esempio, abbiamo perso Coutinho che non aveva fatto niente e che si è fatto male nel confronto con un compagno. Questo succede nel calcio e il presidente lo sa: sa che questo è il momento di essere insieme, uniti".
Benitez è convinto che questa sua pacatezza e cortesia possa pagare?"Ho sentito parlare anche altre volte di questo. Io penso che per arrivare a Roma, come diciamo noi in Spagna, ci sono diverse strade, si può arrivare per una strada come per un'altra. Che cos'è Roma per noi? Vincere. Vincere cosa? La Supercoppa, la Champions, il Mondiale per Club, la Coppa Italia, il campionato. E noi, e quando dico noi intendo l'allenatore con il suo staff, siamo per esempio arrivati a Istanbul, ma essere arrivati lì vuol dire essere passati dai quarti, dalle semifinali, insomma, da tante tappe. Poi siamo arrivati in finale. C'è un cammino da fare, un cammino di rispetto e di lavoro, e noi siamo gente che rispetta, che lavora e che analizza. Se facciamo un errore, cerchiamo di cambiare. Se non lo facciamo, andiamo avanti. A questo punto, siamo tutti insieme, lavorando insieme. Dopo l'infortunio di Coutinho, ieri, ho visto Cambiasso un po' preoccupato e ho visto anche la faccia di altri giocatori preoccupati: ma tutti sanno che dobbiamo essere ancora più uniti di prima per vincere, perché loro hanno vinto prima e ora possiamo vincere lo stesso. Questa è l'Inter, una squadra grande, che ha vinto l'anno scorso, e tutti dicono che deve vincere sempre: noi sappiamo che abbiamo un'opportunità, iniziamo con il Chievo, una partita alla volta, e poi abbiamo il Twente, poi il Parma. Noi sappiamo che, giocando una gara alla volta, tutto può cambiare in solo una settimana".
Eppure, leggendo i giornali, sembra che le colpe siano tutte di Benitez, che viene accusato di qualsiasi cosa. C'è qualche accusa che l'ha fatta arrabbiare particolarmente o magari un po' sorridere?"Noi siamo un gruppo di gente che lavora, che analizza un po' tutto. Voi sapete che noi lavoriamo e lavoriamo come la maggior parte degli allenatori che hanno esperienza. Quindi non è questione di cosa ha fatto questo o di che cosa ha fatto l'altro, perché sono 25 anni che lavoriamo e abbiamo vinto qualcosa. Noi sappiamo che c'è qualcosa che sta andando bene e qualcosa che va aggiustata. Lo facciamo, non è un problema per noi. Abbiamo esperienza e sappiamo che nel calcio ci può stare qualche momento di difficoltà, qualche ostacolo nel cammino: ma noi dobbiamo andare avanti. Sono convinto che se tutti lavoreremo insieme questa squadra vincerà".
È possibile che qualcuno non lavori insieme al gruppo?"Penso di no. Come ho detto prima, se un vogatore è infortunato, gli altri devono lavorare un po' di più. Adesso è così. Mi aspetto che dopo, quando i giocatori infortunati torneranno, possa essere più facile per tutti e sarà più facile per noi gestire tutto questo".
Come sta Cambiasso? È pronto?"Sì. Quando parliamo di un giocatore che è pronto fisicamente, magari gli manca il ritmo partita, ma questo è normale. Il ritmo dell'allenamento e della partita sono diversi".
Ma Benitez come fa a mettere in campo una formazione quando continuano a esserci così tanti infortuni?"Sono tanti anni che lavoro e so che a volte è più facile e a volte è più difficile. Queste cose sono parte del calcio e parte del calcio attuale. Abbiamo visto che nel campionato italiano non stanno mancando gli infortuni, soprattutto nelle squadre che come noi giocano due volte alla settimana. Quando ci sono degli infortuni è perché possono succedere tante cose, noi dobbiamo analizzare tutto e fare un lavoro più specifico. Ma anche le altre squadre hanno infortuni, senza dimenticare che questa squadra è quella che ha fatto di più l'anno scorso e che ha iniziato prima quest'anno. E questo è stress psicologico e fisico che a volte si può pagare. Ma è chiaro che noi andiamo avanti. Perché se aspettiamo o ci fermiamo, non sappiamo cosa succede e di sicuro non vinciamo. Noi invece andiamo avanti e aspettiamo che un'altra squadra possa magari avere dei problemi, per poter passare davanti noi".
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