- Squadra
- Calciomercato
- Coppa Italia
- Video
- Social
- Redazione
copertina
Una lunga chiacchierata. Ieri sera Massimo Moratti è stato più loquace del solito con i giornalisti, dopo giorni in cui comprensibilmente la voglia di parlare non c'era.
Presidente, il suo silenzio e la sua «fuga» dopo Inter-Atalanta hanno fatto pensare a colpi di scena imminenti.
«Ma... non sono fuggito da San Siro: sono uscito solo quando mancavano poche azioni alla fine della partita. All’intervallo sono sceso in una saletta degli spogliatoi e ho tentato una cosa nuova. Sel’ho fatto per scaramanzia? No, no...».
Ci dica: Ranieri resta?
«Non si possono prendere in tre giorni decisioni che riguardano il futuro. C’è il rischio, con la fretta, di rovinare i piani,tutto. Ranieri è una persona seria, elegante, responsabile e mettendo mano alla situazione in fretta si potrebbero fare danni, e fra l’altro mi pare che Ranieri non sia uno che fa danni. Insomma: Ranieri rimane, è sicuro del proprio posto».
Nel frattempo: lei ha già in mente l’allenatore del futuro?
(sorride) «In questo momento ho in testa solo Ranieri».
In questa squadra che in casa non vince dal 22 gennaio vede ancora l’anima?
«Credo che più che una questione di anima ci sia un problema di... gambe. E comunque questa squadra ne ha vissute tante di situazioni belle e meno belle che sa certamente gestire situazioni così particolari».
Qual è la sua posizione circa il caso-Forlan? Ha parlato col giocatore e col tecnico?
«Sì, ho parlato con entrambi, prima con l’uno e poi con Ranieri: innanzitutto non è una cosa grave, ma soprattutto quel che è accaduto mi pare una conseguenza del rapporto che c’è fra di loro, un rapporto franco».
Certo che Eto’o faceva anche il terzino sinistro...
«Lasciamo stare il paragone con Eto’o: in quella stagione la situazione era diversa e si stava vincendo tutto...».
La parola sfortuna c’entra o non c’entra con l’Inter odierna?
«Direi che non è il caso di parlare di sfortuna: poi per carità, succede che anche quella ci si metta di mezzo,maconsiderarla spesso come determinante, bé, alla lunga può risultare un alibi».
Che idea si è fatto del «duello» a distanza fra il suo ex dirigente Gabriele Oriali e il direttore tecnico Marco Branca?
«Trovo sempre antipatico che una persona uscita dalla società dica quelle cose... E poi se tengo Branca è perché lo considero bravo».
Domenica, Juventus-Inter: può darsi che scocchi la scintilla salva-stagione...
«Può darsi, certamente lo spero, una vittoria potrebbe essere una scintilla importante. A volte basta una partita per invertire la rotta, può davvero diventare la scossa di una stagione».
Dica la verità: l’allenatore del prossimo anno sarà italiano o straniero?«Buonasera eh...».
© RIPRODUZIONE RISERVATA