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Massimo Moratti ha sempre dimostrato con i fatti di non badare alla nazionalità dei calciatori. Spesso è stato criticato per questo ma i risultati hanno dato ragione al presidente interista.
Anche l'anno prossimo l'Inter sarà una squadra a forti tinte sudamericane. L'acquisto di Palacio, il riscatto di Guarin e il ritorno di Coutinho sono segni tangibili del carattere latino della compagine nerazzurra. E i sudamericani potrebbero non essere finiti, perché due degli obiettivi più caldi di Branca e Ausilio parlano uno spagnolo e uno portoghese. Paulinho del Corinthians e Silvestre del Palermo restano, in questo momento, le piste privilegiate per difesa e centrocampo.
Il palermitano (molto più di Acerbi che resta comunque più vicino a Milanello che alla Pinetina) potrebbe sostituire Lucio al centro della difesa nerazzurra. Dopo il rinnovo di Chivu, infatti, il centrale "titolare" da portare ad Appiano è solo uno.
Paulinho, invece, potrebbe essere il jolly del centrocampo interista. Molto più Stankovic che Cambiasso per caratteristiche, il "volante" del Corinthians è esploso nel Brasilerao 2011, tanto è vero che il suo eventuale arrivo in nerazzurro è visto non favorevolmente da tifosi e stampa brasiliana.
In questo complesso sudamericano si inseriscono due pedine assolutamente nostrane: Sebastian Giovinco (1987) e Mattia Destro (1991). I due giocatori rappresentano presente e futuro della Nazionale italiana. Giovinco, tra l'altro, rappresenta la prima alternativa ad un altro sudamericano, quel Lucas inseguito da un anno ma sempre difficile da strappare al San Paolo. Destro invece è da tempo il primo nome sulla lista di Stramaccioni alla voce "vice-Milito". Il centravanti del Genoa è molto più vicino al "ritorno a casa" di quanto non si dica e con lui il capitolo prime punte potrebbe essere completo, in attesa degli addii più o meno certi di Forlan, Castaignos ed eventualmente Pazzini.
Stramaccioni continua a sognare un tridente da sogno alle spalle di Milito, con Lucas, Sneijder e Palacio (o Coutinho). Ma intanto si frega le mani anche pensando a quel possibile pizzico di azzurro in un'Inter più che mai latina.
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