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La metamorfosi è rimasta vincente e il tecnico piacentino è passato da re di coppe a padrone indiscusso del campionato, tirando fuori dai suoi giocatori continuità, una manovra rompicapo per gli avversari e la cattiveria necessaria per vincere anche le sfide più spigolose. Le dodici sconfitte in Serie A dell’anno scorso sembrano un ricordo lontanissimo, l’avevano addirittura messo in forte discussione, ma le repliche a tono sono arrivate sul campo.
L'identità dell'Inter
—Il trionfo del Demone, come viene affettuosamente chiamato dai suoi giocatori, nasce attraverso un’identità unica e precisa, data a questa Inter con il passare del tempo e dopo che l’estate scorsa si era visto recapitare ad Appiano ben 12 volti nuovi, con la necessità di fatto di dover (quasi) ricominciare daccapo. Se il vantaggio di Acerbi nel derby era stato provato e riprovato al mattino ad Appiano, le sue armi tattiche hanno fatto innamorare persino gli inglesi, che ormai da settimane incensano il tecnico interista e sperano, un giorno, di vederlo in azione in Premier League.
Per Inzaghi il passo più ambizioso sarà quello di provare a conquistare con l’Inter anche l’Europa, facendosi valere non più da underdog (com’era stato fino alla notte di Istanbul), ma esportando oltre i confini nazionali i meccanismi vincenti che hanno rifatto grande l’Inter in Italia. Per lui è proprio questa l’eredità più preziosa della seconda stella cucita sul petto", si legge.
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