LEGGI ANCHE
Proviamo a parlare di quella che resta una partita di calcio...
—Beh, su questo Guardiola ha detto una gran cagata. Se fossi il presidente del Manchester City e, dopo tutti i soldi che ho speso, sento Guardiola dire che è solo una partita di calcio, gli dico di raccontarla a un altro. E' LA partita, la massima espressione del lavoro di un allenatore. Menomale che Inzaghi non gli è andato dietro.
Che sensazioni ha in vista della finale di Istanbul? Cosa cambia rispetto alla finale di Madrid del 2010?
—A Madrid abbiamo vinto, quindi a guardare tutto a ritroso diventa più facile. Ricordiamoci che a Madrid tutta questa sensazione di essere più forti, dopo aver perso 14 punti in campionato e dopo il regalo della Sampdoria, io non ce l'avevo onestamente. Ricordo che a tre minuti dalla fine vincevamo 2-0 e uno in curva mi ha detto: "Ciccio, non ce la faremo mai". E' nel dna interista: restiamo degli psicopatici e dei folli totali innamorati di questa squadra.
Faresti giocare Dzeko o Lukaku?
—Inzaghi ci ha portati fino qui, faccia quel che vuole. Io un Lukaku così non lo toglierei mai, ma decide il mister. A me basta che vinca l'Inter, se poi deve segnare la cugina di Gagliardini va bene lo stesso.
Chi può essere l'uomo chiave dell'Inter?
—Mi sembra strano che schieriamo solo un Barella, di solito in certe occasioni se ne schierano 8-9. Scherzi a parte, ho molta stima di Barella, di Onana, di Lukaku, di Lautaro, di Calha, di Darmian. E' una squadra pura, in cui i giocatori si fanno stimare. Io personalmente gli voglio bene e li stimo.
Chi ti fa più paura del Manchester City?
—De Bruyne, perché è quello che porta le provviste. Essendo un Haaland da tavola, posso essere Haaland quanto voglio, ma se non c'è nessuno che apparecchia il buffet...
Cosa sarebbe disposto a promettere per una vittoria nerazzurra?
—Non mi sento di dire nulla. La vivo come una festa, con dei giocatori che stimo e dei colori che amo, consapevole della nostra storia e del nostro cammino in Coppa. Va bene così e giochiamocela, rendendoci conto che siamo davvero in finale e che il mondo ci guarda. Poi, ci sono anche degli avversari e sono anche molto forti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA