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Ventola: “Inter? 5 gol in 5 partite, poi infortuni e scelte sbagliate. Cuper? Certi…”

Simona Castellano

I protagonisti della puntata odierna di Inter Nos, programma di Inter Channel, sono Nicola Ventola e Mohamed Kallon.  Queste le parole di Ventola:   Commento le partite ora, parlo in italiano però, il traduttore mi traduce in arabo. Mancavo...

I protagonisti della puntata odierna di Inter Nos, programma di Inter Channel, sono Nicola Ventola e Mohamed Kallon

Queste le parole di Ventola:  

Commento le partite ora, parlo in italiano però, il traduttore mi traduce in arabo. Mancavo qui da 10 anni, abbiamo visto tante facce che ci ha fatto piacere rivedere, è sempre un'emozione varcare questo cancello, tante cose sono cambiate in meglio, è emozionante.

-Pechino con Inter Forever?

Ero a Los Angeles, era impossibile per me partecipare alla tournée di Inter Forever, alla prossima occasione ci sarò.

-Sei arrivato all'Inter alla stessa età di Icardi...

Sono arrivato alla stessa età di Icardi, avevo iniziato bene, la concorrenza era fortissima, c'erano Baggio, Ronaldo, Zamorano, Recoba. Io ero un po' intimorito, ho segnato 5 gol in 5 partite, ero partito bene, poi l'infortunio, scelte sbagliate di gioventù, non è andata come doveva andare. Poi sono ritornato e ho trovato Kallon che mi dava una mano in attacco.

-Hai mai pensato di fare l'allenatore?

Ho smesso di giocare a 32 anni, di solito quando si smette o si sceglie la strada del direttore sportivo o quella dell'allenatore. Mi sono iscirtto al corso per ds, ma poi ho capito che non era quello che volevo fare, non mi è mai piaciuta questa strada, preferisco commentare le partite e un giorno magari diventare presidente di una squadra di calcio.

-Il calcio negli USA?

Negli USA sta crescendo il fenomeno calcio, c'è molta influneza dell'America Latina, anche giocatori importanti stanno andando lì, il calcio sta crescendo nelle strutture e nell'interesse dei media.

-Strategie di marketing?

Il marketing è importante, più fai conoscere al mondo il nome dell'Inter più cresce l'immagine del club. Sono d'accordo con la strategia del presidente perché porterà dei frutti. 

-Cuper?

Bravo a far sentire tutti importanti, eravamo tutti partecipi del gruppo. Siamo arrivati in semifinale di Uefa, Vieri e Ronaldo spesso chiedevano di far giocare noi due perché sapevano che saremmo andati avanti anche lì. Abbiamo comunque giocato tanto, i ricordi sono bellissimi, eravamo giovanissimi, sostituire Vieri e Ronaldo non era semplice. La pressione era esterna, ma nel gruppo non ce n'era. Quando hai fiducia ottieni risultati importanti. Alcune volte magari bisognava giocare più offensivi, giocavamo con il 4-4-1-1, ma i risultati arrivavano, la gente voleva più spettacolo, ma bisognava continuare così, nell'ultimo periodo abbiamo rischiato di più. Cuper badava a non prenderli, più che farli. Cominciavi ad abituarti a vincere, era una squadra che stava imparando a vincere, anche con cambi di allenatore e giocatori, qualcosa stava succedendo dopo tanti anni, poi è successo dopo. Qualche base è stata messa in quegli anni lì. 

Kallon?

Freddezza impressionante nel tirare i rigori. E' molto importante nel suo paese, potrebbe contribuire a sistemare le cose lì. 

Adriano?

Aveva delle qualità impressionanti. Giusto andare in prestito in quegli anni. Poi con Mancini ha raggiunto il top, nel calcio devi essere professionista, essere giovane e avere grandi qualità non è facile. Qualità indiscutibili, magari ha avuto problemi nella vita privata. 

-Thohir ha fatto il tuo nome, che hai provato?

L'emozione è stata forte anche se sono consapevole che in 100 anni di storia dell'Inter ci sono stati tanti giocatori più forti di me, ha apprezzato la mia voglia e le mie qualità dimostrate nel primo anno, ha colto il mio spirito. Molti dicono perché la mia compagna è indonesiana (ride, ndr). Ho avuto il piacere di incontrarlo per la prima volta mercoledì, due ore di chiacchiere piacevoli, c'è feeling, è un marketing man, i tifosi dell'Inter avranno tante soddisfazioni. 

-Calcio italiano?

Problema anche a livello strutturale, Germania e Inghilterra creano un business intorno alla partita, tutti vanno due ore prima delle partite, c'è il ristorante, tutti hanno la maglia della squadra. L'investimento è importante chiaramente. In Germania ci sono sponsor nazionali che danno una mano. Ci vorrebbero sponsor ad aiutare le società anche qui. 

-Telefonate dopo la dichiarazione di Thohir?

Ero a Los Angeles, ho trovato 223 messaggi e 72 telefonate, mi sono preoccupato. Non sapevo come gestire, ho chiamato il mio ex procuratore. La battuta più frequente era su mia moglie. 

-Progetto futuro?

Lavoro ad Abu Dabi, mi piacerebbe non solo commentare calcio, ma anche rientrare in questo mondo, magari come consilgiere in un club. Mi farebbe molto piacere. Mi piace il marketing, ma più il campo, quindi mi piacerebbe stare più a conttato con la squadra. 

-Partite più belle?

98-99 contro il Manchester United in casa, 2001-2002 con un gol facile al derby in casa, ma molto emozionante.

-Rito negli spogliatoi?

Prendevamo certi cazzotti da Cuper a volte (ride, ndr). Io mai superstizioso, sono fatalista più che altro. 

Vi vedevate con kallon?

Ci vedevamo anche perché riusciva a comunicare meglio con mia moglie, io non parlavo benissimo insieme. Poi abbiamo vissuto anche alcuni momenti emozionanti con le nostre famiglie. 

-Stagione 2001-2002?

Bisognava essere più equilibrati, eravamo troppo sbilanciati. Sapevi di subire due gol. Quello è stato un po' l'errore. Non dico che dovevamo giocare io e Kallon, Vieri e Ronaldo erano straordinari. 

-Senza problemi fisici?

Dopo tutti gli infortuni sono stato comunque fortunato a rimanere in serie A. Potevo esserci anche io tra i giocatori che hanno vinto il Mondiale del 2006, un po' è stata colpa mia, un po' gli infortuni, mi reputo comunque fortunato.

-Inter forever?

Quando smetti di giocare a calcio ti manca il gruppo, Inter Forever è un'iniziativa che ti fa rivivere queste cose. Alla prossima occasione mi rivedrete.