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Nicola Ventola è stato intervistato oggi dal Corriere del Mezzogiorno. Molto Bari ma anche molta Inter nell'intervista:
Cosa le resta dentro dell’esperienza a Bari?
"Sono stati gli anni più belli della mia vita. Non mi passava per la mente che potesse esserci qualcosa di più importante. Quando capii di essere stato ceduto all’Inter, pregai Matarrese di farmi restare per un’altra stagione, non per paura di affrontare una nuova avventura, ma perché per me esisteva solo il Bari. Indimenticabili il gol contro il Castel di Sangro e quello fatto all’Inter dopo 6 mesi e mezzo di infortunio».
Quanto è dura essere profeta in patria?
«Durissima. Tutti ti chiedono tanto, e tu non puoi dire di no. Eppure devi imparare a farlo. Quando andai all’Inter, mi resi conto che sarebbe stato difficile restare a Bari per tutta la carriera. Certo, sarebbe stato emozionante».
L’Inter. Una squadra piena di campioni.
«Molti li sento ancora. Ero molto amico di Ronaldo. Baggio l’ho rivisto in occasione della presentazione del film di Zanetti. E proprio Zanetti è uno di quelli che sento di più, con Materazzi, Toldo e Kallon».
Il suo percorso è stato condizionato da tanti, troppi infortuni.
«Undici in tutto. Facevo parte della Nazionale Under 21 che nel 2000 vinse l’Europeo, e di quella squadra molti hanno vinto il Mondiale. Nel 1998, la settimana precedente a una partita con la Spagna a Salerno, ricevetti una telefonata dal Ct Zoff. Mi preannunciò che sarei stato titolare. La domenica però mi ruppi il collaterale e persi il treno. È il mio rimpianto maggiore».
In compenso molti la adorano. Thohir, insediatosi all’Inter, ha detto che Ventola era il suo idolo.
«Le sue parole mi hanno fatto enormemente piacere. Il rapporto con lui continua, ci sono opportunità che potremmo sviluppare insieme. D’altro canto, lui è un uomo marketing».
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