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Qual è la vera Inter? Due considerazioni. Inzaghi rischia anche la conferma immediata

Gianni Pampinella

Dopo il primo anno, club e tifosi si aspettavano un passo in avanti da parte del tecnico, ma così non è stato

Dopo il primo anno, club e tifosi si aspettavano un passo in avanti da parte di Simone Inzaghi. Così non è stato, l'Inter vive in una situazione che sembra si sia cristallizzata. La sconfitta contro lo Spezia ha messo in mostra i soliti errori e ha fatto sorgere altri dubbi sulla gestione della rosa parte del tecnico. Emblematico il calcio di rigore battuto da Lautaro, quando dal dischetto doveva presentarsi Lukaku. Dalla panchina non è arrivata nessuna indicazione, indice di una certa confusione e mancanza di personalità.

"Nessuno sa più qual è la vera Inter, nemmeno il suo allenatore Simone Inzaghi, quasi sotto choc dopo la sconfitta di venerdì a La Spezia. E questo è il problema principale, almeno a livello tecnico. Questo scenario nell’immediato porta a due considerazioni pratiche: la prima è che il calendario dell’Inter dopo il derby vinto a inizio febbraio era agevole per staccare le avversarie alla corsa Champions. La seconda è che l’Inter sa come vivere serate perfette, anche lontano da San Siro, come nel 3-3 del Camp Nou a ottobre contro il Barcellona", sottolinea il Corriere della Sera.

"Inzaghi non si nasconde più («È colpa mia») ma a questo punto, con la società delusa e arrabbiata in egual misura, rischia di giocarsi anche la conferma immediata. Il tecnico si aggrapperà a imprese come quella di Barcellona quando domani salirà sulla scaletta dell’aereo che lo condurrà a Oporto per il ritorno degli ottavi di Champions".

"Ricominciare ogni volta da capo dopo l’ennesima sconfitta però non è così facile e non solo perché la squadra di Sergio Conceiçao è tostissima. Se servono così tante bacchettate per apprendere una lezione, vuol dire che i confronti post-partita — l’ennesimo oggi ad Appiano — lasciano le cose intatte. Si potrebbe così cristallizzare l’idea che l’allenatore non abbia presa sulla squadra, ormai in una sorta di autogestione, almeno a livello di motivazioni". 

"Per non parlare delle costanti negative che si ripetono, a cominciare dai gol nati da ripartenze subite. E anche un anno fa il periodo febbraio-marzo a cavallo degli ottavi di Champions ha fatto gravi danni, che hanno condizionato la marcia scudetto. Se c’è un peccato originario, che ha minato il rapporto di fiducia fra allenatore e gruppo, forse mai del tutto ricomposto, allora va cercato lì. Una guida più autorevole è necessaria. Con Inzaghi o senza di lui. Anche se c’è ancora un anno di contratto da 5.5 milioni".

(Corriere della Sera)