L'ex centravanti di Inter e Milan Bobo Vieri ha parlato, a La Gazzetta dello Sport, dell'euroderby di domani sera e delle due squadre che si contenderanno la finale di Champions League:
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Vieri: “Inter più forte, Leao è mezzo Milan. Lautaro animale, Lukaku mette pressione a Inzaghi”
Due partite tesissime, diciamo pure bruttine.
—«Non c’è dubbio, brutte. Grande tensione, ma quella bella. Troppa? Boh, ognuno la sente e la gestisce a modo suo. Ma altrimenti cosa la giochi a fare la Champions? Ci vorrebbero ogni anno partite così, si gioca a calcio per quello. Sai che puoi passare per un rimpallo, un fallo non chiamato, una cosa che va bene a te e male agli altri. Che la finale potrà dipendere anche da una piccola cosa».
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Sarà così anche stavolta?
—«Più o meno... Sono quelle partite che fai un passo avanti e due indietro, provi ad attaccare ma pensando a non prendere gol in contropiede. Il calcio in questi vent’anni è cambiato, ma fra due italiane è così: un’avversaria non italiana ti attacca di più, ti viene a prendere di più».
Una cosa non è cambiata: in Champions non sempre arrivano in fondo le squadre considerate migliori
—«Avere i sorteggi dalla tua parte non è poco, ma Inter e Milan si sono qualificate per la semifinale bene, hanno dimostrato di essere pronte per la Champions».
Score derby di quest’anno: Inter-Milan 2-1. E sul lungo periodo, 9-3. Pesa?
—«Zero. E se pensi che ti soffrano, è la volta che prendi la “fiammata”».
E la storia del Milan, che in Champions ha battuto quattro volte su quattro squadre italiane, pesa?
—«La storia è del club, non dei giocatori che ci sono adesso: questo discorso valeva ai miei tempi, allora sì che pesava...».
Sulla carta a questi derby arriva meglio l’Inter: si può dire?
—«E diciamolo. Tre partite, nove punti, 11 gol segnati: ci sta. Ma il Milan è quello che stava per perdere con la Cremonese o che vince facile con la Lazio? L’Inter sta meglio soprattutto perché ha la rosa più forte di tutti, a cominciare dall’attacco: in teoria non può perdere con nessuno. Significa che passerà l’Inter? Non lo so: a me non piacciono i modi di dire, ma i derby sono davvero una lotteria».
Può incidere più l’attacco Inter o la sua panchina?
—«Eh, influisce molto anche quella e l’Inter a sedere ha Lukaku e Brozovic se non giocano titolari, Correa, De Vrij, per il ritorno Gosens... Più lunga e più forte, qualità altissima».
Le coppie offensive di Inzaghi: Correa-Lukaku e Lautaro-Dzeko, la più probabile per il primo derby. Anche se Lukaku ha fatto gol in tutti cinque i derby che ha giocato da titolare.
—«Questi sono i conti che tenete voi... Io dico solo beato Inzaghi che può permettersi queste alternanze: Pioli non può. Ma mi pare che Lukaku gli stia mettendo addosso una discreta pressione».
Lo confermerebbe Lukaku?
—«Da vedere, bisognerà parlarne. Io alla fine li confermerei tutti e quattro, ma da Lukaku mi aspetto di più, un gol ogni partita: quest’anno non ha fatto quello che si sperava facesse».
Insistiamo con i conti. Lautaro ha segnato 7 gol al Milan in 12 partite: animale da derby?
—«Animale perché è il più forte di tutti: l’unico dubbio che non deve avere Inzaghi».
E il dubbio Leao? Quanto perderebbe il Milan senza di lui o con lui non al massimo?
—«Il 50%, più o meno. Tantissimo, comunque. Lui e Theo sono quelli che danno gli strappi che servono, tanto più in partite così. E lui è quello che da solo fa cambiare campo alla palla. Quello che da solo cambia le partite».
Theo Hernandez-Dimarco: chi sfreccia di più a sinistra?
—«A livello di forza, di dominio fisico, Theo è superiore. Ma Dimarco, con quel piede lì, mi avrebbe fatto segnare un gol a partita».
Tonali-Barella: nel cuore del campo una bella sfida tutta italiana
—«Qualità, quantità e la cosa più importante: sono le anime delle due squadre».
Barella intoccabile: degli altri tre, i due che sceglierebbe per giocare con lui?
—«Come scegli, scegli bene. Ma a me piacciono i centrocampisti alla Stankovic, o alla Barella, che vanno in area a fare gol: dunque Calhanoglu e Mkhitaryan, Brozovic segna meno».
Pensa che il Milan sia pentito di aver lasciato andare Calhanoglu?
—«Io il se non lo uso mai: il se non esiste, è una scusa. E quando fai una scelta, non ha più senso pensarci».
Maignan-Onana, chi è il più decisivo per la propria squadra?
—«Il peso è lo stesso, perché portano a casa punti. Ma a Maignan in questi due anni ho visto fare cose da andare fuori di testa: incredibile».
Simone Inzaghi è stato criticato troppo?
—«No, perché? Se perdi undici partite di campionato, non puoi non essere criticato».
Sul suo futuro peseranno più quelle o il cammino in Champions League?
—«Quelle: l’Inter non può perdere undici partite. Dunque non mi meraviglierei di nulla: il calcio è un pentolone di bugie, un giorno sei confermato e il giorno dopo ti cacciano, ma oggi, 8 maggio, è più facile che non resti. L’Inter non ha l’obbligo di vincere la Champions, come il Real o il City. Ma di lottare per lo scudetto tutti gli anni sì».
A proposito di Real o City: chi va in finale fra Milan e Inter ha qualche speranza?
—«Hai voglia... Partita secca, può succedere di tutto. Soprattutto in Champions».
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