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Un incontro per chiarirsi le idee e per evitare che qualche sottinteso può finire per diventare un equivoco. L'Inter e Antonio Conte si rivedranno dopo Natale. "Siamo di fronte a una specie di Villa Bellini, atto secondo" scrive La Gazzetta dello Sport.
"Nel periodo natalizio faremo delle valutazioni. Ma non è importante la mia, quanto quella che dovrà fare il club dopo quattro mesi di lavoro. È giusto dare un seguito al meeting di agosto, sedersi e capire che tipo di soluzioni abbiamo in mente di affrontare e se le vogliamo affrontare" ha dichiarato Antonio Conte in conferenza stampa alla vigilia della sfida con lo Spezia. La Gazzetta dello Sport sottolinea: "Non c’è bisogno di un’esegesi del testo per capire che tutto ruota intorno a quel «se» dell’ultima frase".
L’incontro vero e proprio per fare il punto andrà in scena dopo Natale, presumibilmente alla ripresa degli allenamenti la prossima settimana. La Rosea aggiunge: "Non si fatica a immaginare che il tecnico chiederà fino a che punto la società sarà in grado di colmare le lacune di organico. Quelle stesse lacune che aveva invitato a riempire nella scorsa sessione, quando era chiara l’esigenza di un attaccante di riserva, un centrocampista difensivo e un esterno. Dietro quel «se» c’è la volontà di Conte di capire fin dove potrà spingersi la società".
Una ragionamento che gira intorno all'obiettivo finale, ovvero lo scudetto: "Ed è come se Conte dicesse ai suoi dirigenti: siamo in lotta al vertice, possiamo e vogliamo giocarcela. Ma se restiamo così, alcune squadre sono ancora oggi più attrezzate. Conte è un vincente: sente il profumo della vittoria ma vuole avere l’esercito migliore a disposizione. D’altra parte, il suo discorso vuol essere anche una maniera per essere il più trasparente possibile: se mercato non si potrà fare, lo si dica come è accaduto a settembre e contenti tutti, senza rimpianti, anche se poi alla fine vincerà un altro".
La Gazzetta conclude: "Il suo è un appello al club, alla dirigenza. Ed evidentemente anche al presidente Zhang, che a ottobre disse no - ad esempio - alla cessione in prestito di Nainggolan. Radja è sempre rimasto ai margini: l’Inter, facendolo restare, non ha né guadagnato un giocatore, né risparmiato un ingaggio".
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