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L'Inter sta ancora aspettando di vedere il vero Hernanes. La squadra nerazzurra ha bisogno di un leader naturale come il Profeta. Lui stesso sa di poter fare molto di più. Hernanes da subito si è inserito con personalità dimostrando abnegazione e spirito di sacrificio. All'Inter è arrivato dalla Lazio in condizioni non propriamente ottimali. Una leggera tendinopatia all’adduttore e poi un problema alla caviglia ne hanno condizionato il rendimento. Nonostante ciò ha giocato subito contro Sassuolo e Fiorentina (due vittorie), si è dovuto fermare contro il Cagliari e partire dalla panchina a Roma (due pareggi), per poi tornare a tempo pieno contro Torino e Verona, con altri due successi. Ne è seguita una fase altalenante, che peraltro è coincisa con una frenata dell'Inter, in cui riemergeva il fastidio alla gamba. Per oil momento il suo tabellino interista riporta una rete (Livorno) e due assist, entrambi da calcio d’angolo per la gioia di Samuel, contro Sassuolo e Sampdoria. La sua capacità di sbloccare con calci da fermo le partite bloccate tra l’altro è uno dei motivi per cui Mazzarri ha tanto insistito per averlo a Milano. Hernanes però ha portato tante altre piccole cose, più difficili da vedere. A cominciare dalla capacità di lettura della partita, di trasmettere tranquillità, di far sembrare facili le cose difficili e di verticalizzare la manovra. Ciliegina sulla torta: il passaggio finale, spesso c'è la sua firma nelle azioni offensive dell’Inter. Vedi la geniale apertura per il 2-0 di Jonathan al Bentegodi, lo zampino contro il Bologna sia nel secondo gol di Icardi che nell’azione che ha portato al rigore poi fallito da Milito. Eppure Hernanes, che ammette di essere all’80% della condizione, può dare molto di più. Anche perché da uno come lui, per il quale Thohir ha deciso di investire quasi 20 milioni che l’Inter non aveva, ci si aspetta sempre tantissimo. Soprattutto rispetto a quella continuità che tanto manca anche alla sua squadra. In diverse gare il Profeta infatti ha alternato un tempo in tono minore a un altro da protagonista. Da ricordare però che spesso cambia compagni di reparto in un centrocampo non oliatissimo e in cui è stato catapultato a gennaio: Kuzmanovic, Cambiasso, Guarin e Alvarez. Kovacic sembra essere il centrocampista con le caratteristiche che meglio si sposano alle sue. A Parma la coppia sarà di nuovo sul palco.
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