Arrivato in Italia ormai da oltre un anno, Ashley Young ha portato esperienza nello spogliatoio dell'Inter e si è messo in discussione in una realtà del tutto nuova per lui. L'esterno inglese ha parlato della avventura nerazzurra nel corso della lunga chiacchierata con il suo connazionale ed ex calciatore Jordan Stewart. Queste le sue parole: "Ho imparato poche parole di italiano, ma è colpa della pandemia. Avevo un insegnante, ma dopo la prima lezione è scoppiata la pandemia e non ho potuto più incontrarla. Lezioni online? In casa ci sono già i miei figli in collegamento con la scuola. Riesco a capirlo, ma non riesco a parlarlo. I miei compagni parlano italiano, io riesco a capirli ma non riesco a portare avanti una conversazione. Ho giocato 9 anni con il Manchester United, poi è arrivata questa opportunità ed ho scelto di coglierla con Conte che mi voleva anche quando era al Chelsea. Si è presentata l'opportunità di andare a giocare con una certa continuità in una big in Italia ed ho deciso di coglierla. Volevo giocare a calcio e volevo farlo con continuità".
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Young: “Così ho scelto l’Inter. Italiano? Lo capisco. I blocchi, questi sconosciuti”
Le parole del laterale dell'Inter nel corso di una lunga chiacchierata sul presente e sulla scelta di giocare in Italia
Lampanti le differenze tra la Serie A e la Premier League: "Il calcio italiano è molto più tattico. Molte più squadre giocano nella loro metà campo e provano a recuperare palla lì. Diverse squadre giocano col 3-5-2, dando molta importanza ai quinti, che devono difendere e attaccare. I top team possono anche perdere con squadre di media o bassa classifica in Serie A. Ci alleniamo duramente. Il primo giorno di allenamento facemmo un esercizio che in Italia chiamano 'blocchi'. Chiesi: 'Cosa sono i blocchi?' Videro il mio sguardo perso, non sapevo cosa fossero. Conte non si ferma mai. Con gli stadi vuoti a causa della Pandemia riesci a sentire tutto quello che dice".
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