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Young: “Per me l’Inter è stata una chance da cogliere al volo. Conte, il torello con lui…”

Il giocatore nerazzurro ha parlato con il sito dell'UEFA a pochi giorni dalla sfida contro lo Shakhtar

Eva A. Provenzano

Il sito dell'UEFA ha intervistato Ashley Young. L'esterno dell'Inter è arrivato a gennaio ma in pochi mesi si è conquistato spazio nella rosa di Conte. Queste le sue parole:

- Allo Shakhar piace molto andare in attacco. Ti piacciono questo tipo di partite contro squadre che aggrediscono? 

Se puoi preferisci non giocare contro squadre che si limitano a difendere. Vuoi giocare con squadre a cui piace fare calcio, che devi affrontare in punta di piedi, chi gioca bene ne esce vincitore. Penso sarà un'ottima partita. Abbiamo visionato il loro modo di giocare, li abbiamo visti contro il Basilea l'altro giorno e sono una buona squadra. Se non lo fossero, non sarebbero in semifinale. Ci stiamo godendo tutti l'opportunità di giocare contro di loro, per metterci alla prova di nuovo. Vedremo cosa succederà alla fine dei 90 minuti. 

No. Ovviamente è lì che vogliamo arrivare, la finale, ma non stiamo pensando a nessun avversario o contro chi giocheremo. La nostra concentrazione è sullo Shakhtar, questa è la prossima partita. Ecco a quello che stiamo pensando, siamo solo concentrati su quello. 

-Dopo aver giocato in Premier, come è stato il tuo arrivo all'Inter? 

Ovviamente dopo essere stato in Inghilterra per tutta la vita, è stato un cambiamento radicale, ma è stata un'esperienza in cui mi sono buttato. Per me era l''opportunità di andare a giocare regolarmente. Ho parlato con l'allenatore del Manchester United Ole Gunnar Solskjær e lui ha detto che non avrei giocato tanto quanto avrei voluto. Quando stai per arrivare alla fine della tua carriera vuoi giocare tanto. Sono in forma come chiunque altro e sento di avere ancora molto da dare. Per me l'età non è altro che un numero. Ole ha detto che avrebbe portato i giocatori più giovani avanti e non avrei avuto tante opportunità. Quando si è presentata l'opportunità di venire all'Inter, per me è stato un gioco da ragazzi accettare. Ero tipo, 'Portami sull'aereo, portami là fuori. Fammi firmare'. Ho parlato con l'allenatore e i giocatori che conoscevo. È stata un'opportunità fantastica; un club enorme in tutto il mondo, una delle squadre più grandi del calcio mondiale. E volevo essere parte di ciò, me ne aveva parlato Conte, e ovviamente avevo parlato anche con i dirigenti; era un'opportunità che non potevo perdere. 

Non penso che sia stata una sfida. Sono una di quelle persone che possono adattarsi a nuovi stili, diversi modi di vivere. Come ho detto, sarebbe stata un'esperienza totalmente nuova per me e mi sono goduto ogni minuto di questa nuova esperienza. Ora sto giocando con il sorriso stampato in faccia, mi sto godendo come stanno andando le cose in squadra. Credo che l'unica cosa che mi manchi di casa sia la cucina di mamma, quando ero a Manchester andavo spesso a pranzo, tutta lì la differenza. Ma il modo di vivere a Milano è incredibile, la gente, il cibo è eccezionale. Quindi non mi lamento. 

-Tatticamente Conte cosa ti ha insegnato e cosa ti chiede? 

Chiede tutto, non solo nelle partite, anche in allenamento. Puoi dire che è un vincente. Vuole vincere, e lo esige da tutti i giocatori, esige da tutti una mentalità vincente. Lo hanno tutti. Ovviamente, quello italiano è più un campionato tattico di quello a cui sono stato abituato, ma è una di quelle cose a cui devi adattarti abbastanza rapidamente e sento di essermi adattato a questo. Giocando nella posizione di terzino, c'è molto da fare, andare avanti, difendere. Ma per il modo in cui giochiamo, gioco in avanti e gioco come un attaccante e la prospettiva è quella di scendere per fare gli assist. Ci sono abituato, ma quando sono partito dallo United ero più un difensore vero e proprio, dovevo difendere di più. Quando sei qui, hai la licenza per andare avanti più che per restare dietro. 

Era solo 'un torello' che facciamo prima delle sessioni. E il mister, in queste ultime settimane, si è messo in gioco. È bello vedere questa cosa. In realtà è bello quando lo teniamo in mezzo, lo facciamo correre, quindi non urla così tanto dopo l'allenamento. Ma tende a uscire dal centro abbastanza spesso. È solo una delle tante cose: vedi che lo spirito di squadra è incredibile. Tutti combattono l'uno per l'altro; tutti vogliono vincere. Non solo in partita, anche in allenamento. Ci sono delle lotte per vincere in campo e quando le porti in partita tutti combattono l'uno per l'altro. Per questo sono contento di far parte di questo gruppo. Tutti hanno quella mentalità vincente. Tutti sorridono, tutti sono felici. Ovviamente è un lavoro duro, ma è un lavoro che ti piace fare quando i risultati pagano, e se arriviamo in finale in questa competizione, sarà un duro lavoro che sicuramente sarà stato ripagato.

(Fonte: uefa.com)

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