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Inter, Zanetti: “Inzaghi non rischia. Lautaro? Lo vedo qui per tanti anni”
Intervenuto ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, Javier Zanetti, vicepresidente dell'Inter, ha parlato così del suo percorso e non solo: “Me lo sono costruito, studiando. Mi sono detto ‘Nulla mi è dovuto’. Sa che cosa mi rende orgoglioso? Le Academy, i progetti Csr, le relazioni internazionali con Fifa e Uefa. Gli sponsor portati. E il contributo nella parte sportiva: sono stato vicino a Conte, su richiesta di Antonio. Lo stesso faccio con Inzaghi”.
“Meglio la seconda. I problemi sono di tutti, non solo dell’allenatore. L’inizio di stagione non è stato quello ci aspettavamo. Ma dietro ci vedo sempre un’opportunità. Tutti dobbiamo dare qualcosa in più, essere più responsabili. Nulla è compromesso, dipende solo da noi”.
“Sì perché l’ha già dimostrato, nel recente passato. Va solo ritrovata. La squadra deve essere resiliente. Ha presente la vittoria col Torino? Vuol dire che i valori ci sono. E il gruppo è unito”.
“No, non è nel mirino, non è giusto neppure che ci si senta. Il problema è di tutti. Ora serve personalità, per tirarsi fuori da questa situazione. Servono i fatti, però Inzaghi non si senta solo. Ho già vissuto situazioni simili da calciatore, anche durante l’anno del Triplete. È nei momenti difficili che una squadra diventa forte. Quella squadra vinse la Champions proprio perché aveva rischiato di uscire nel girone, ne sono convinto. Fu un segnale: c’è sempre una partita, un episodio che fa scattare una scintilla”.
“Sì. Queste partite e questi avversari arrivano al momento giusto, possono farci fare il salto in avanti”.
“Per me l’Inter ha tutto per essere ancora protagonista. Anzi, lo sarà. Da Conte in poi, ricordo periodi difficili solo lo scorso febbraio e adesso. Cosa significa? Che la squadra c’è e il gruppo c’è, deve dimostrarlo”.
“La gara chiave è quella in casa col Barcellona. È lì che bisogna far risultato, è su di loro che va fatta la corsa”.
“Il gol del pari con la Roma, nel 2008: senza, si sarebbe riaperto il discorso scudetto. E col Barça, troppo facile dire la semifinale di Champions. Il ritorno a casa loro quando Mou mi chiese di marcare Messi. Se penso alla compattezza di squadra, non mi viene in mente nulla di migliore”.
“Qui non sono modesto, qui dico la verità. Gran parte del merito è stato mio, se oggi Lautaro gioca nell’Inter. Portammo avanti io e Ausilio la trattativa. Sono felicissimo di aver dato un contributo simile al club: oggi il Toro è un patrimonio dell’Inter”.
“Per come lo vedo io, per come parla, per il senso di appartenenza, può essere il riferimento dell’Inter per tanti anni”.
“Romelu per l’Inter è fondamentale. Se lo abbiamo riportato a Milano è perché crediamo nel suo contributo dentro e fuori dal campo. Può essere il nostro leader e sì, ce n’è bisogno”.
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