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Zanetti: “Lautaro punto fermo, preso in 2 sole notti. Moratti-Zhang, grande rispetto”

Andrea Della Sala Redattore 

Con chi avrei voluto giocare tra i giocatori di oggi?

Io vedo l’Inter come sta giocando e vorrei giocare con tutti loro, sono tutti forti. Con Lauti che è argentino sarebbe stato bello. C’è un rapporto bello perché tutto inizia quando l’abbiamo comprato. Ausilio, Marotta, Baccin, ci confrontiamo e decidiamo la strategia. Quando abbiamo preso Lautaro, lui era al 90% dell’Atletico, io conoscevo uno dei procuratori. Io parlo con Ausilio e lui mi dice peccato, perché erano molto avanti. Poi mi chiama questo amico dopo due settimane e mi chiede di parlare con noi. In due notti abbiamo chiuso per Lautaro, mancava l’accordo col Racing. Io avevo un grande rapporto perché c’era Milito, gli ho detto che sarebbe arrivato Ausilio per chiudere e loro lo aspettavano. Ausilio in Argentina chiude, con Lautaro avevamo chiuso, lui aveva 20 anni e pensavamo al futuro dunque, in 3 o 4 anni, non nell’immediato. Devi avere una visione al percorso a 360° e ricordo una sua partita in cui fece tripletta e lui a 20 anni dopo disse di essere contento dei 3 gol, ma non della prestazione, perché per lui non aveva giocato bene. Vedevamo questo Lautaro di ora, che cresce di anno in anno. È un punto fermo e siamo felicissimi. C’era questa empatia, rispetto, la voglia anche da parte sua. È un ragazzo umile, ascolta, si vuole migliorare e i risultati arrivano poi. Lautaro è il nostro capitano, un punto fermo, ha senso di appartenenza e siamo felicissimi. Oggi diventa molto più complicato, le nuove generazioni vogliono tutto subito, invece ci vuole un percorso. Per ottenere serve sacrificio, non è tutto dovuto. Bisogna lavorare, parlo anche da papà e cerco di trasmetterlo ai miei figli.

Lasciare l'Inter?

Ho avuto offerte importanti di club europei, ho sempre messo sulla bilancia tutto, anche il lato economico, ma soprattutto ho valutato come stavo bene ecco, nel posto in cui ero. Al Real Madrid sono stato molto vicino. Quando mi fecero la proposta era però un momento difficile per l’Inter e io volevo lasciare un segno all’Inter. Non potevo andarmene in quel momento di difficoltà. Sono cambiate le dinamiche oggi, è anche giusto sia così, cambiano i tempi, c’è più informazione, più consapevolezza, sono seguiti diversamente oggi i ragazzi. I valori devono restare sempre però, è la base. Studio io ancora adesso, mi confronto coi dirigenti e dico sempre che uno può avere più o meno competenze, ma la differenza la fanno i valori umani.

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