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Intervenuto in diretta condivisa su Instagram con ESPN Argentina, il vicepresidente dell'Inter Javier Zanetti ha parlato così dell'emergenza Coronavirus:
"Siamo una delle squadre che si sono mosse prima, anche perché la proprietà è cinese ma non ci aspettavamo la situazione diventasse così. E' un problema mondiale, sono preoccupato anche per l'Argentina. Bisogna rispettare le regole e restare a casa per vincere questa partita che è la vita".
VICEPRESIDENTE - "E' una responsabilità molto grande, quando me l'hanno proposto non potevo restare con le mani in mano. Dovevo imparare come gestire un club a livello dirigenziale, cosa completamente diversa che fare il calciatore. Non era facile ma è una cosa che mi permette di crescere e di essere utile".
SUL PASSATO RECENTE DEL CLUB - “Dopo l’epoca di Moratti l’Inter è passata per tre proprietà, da Moratti a Thohir e poi da Thohir a Suning. Con tre gestioni totalmente differenti. Siamo in un processo di grande ambizione ma sappiamo che dobbiamo lavorare ancora molto. L'Inter aveva bisogno di espandersi e di espandere il suo brand, trasmettere il valore del club a livello mondiale. C’è un progetto ambizioso con un allenatore come Conte, che è un grande professionista che ha una cultura del lavoro che trasmette a tutti di giorno in giorno. Siamo contenti ma coscienti che c'è un futuro davanti".
ATTUALITA' - “Servirà il suo tempo per crescere. Dobbiamo studiare, c'è programmazione e una visione sul futuro per sapere dove sarebbero tra 3 anni. Siamo un grande gruppo, ognuno ha competenza e per me è molto importante. E' una fase fondamentale per crescere come dirigente".
CONTE - “Il calcio è opinabile ed ognuno ha i suoi gusti. Il mio bilancio è molto positivo. Abbiamo iniziato l'anno con lui, ha grandi capacità. Vive il calcio in maniera intensa e lo trasmette ai giocatori e si è vista l'identità dell'Inter e i giocatori sono cresciuti tantissimo. Ora l’inter ha un patrimonio economico importante grazie al suo lavoro con i ragazzi. Tutto lascia intendere che c'è un futuro promettente".
LAUTARO MARTINEZ AL BARCELLONA - “Per prima cosa sono felice per lui adesso. Quando lo abbiamo comprato, parlando anche con Diego (Milito, ndr) lo sapevamo che poteva diventare un elemento importante. Quello che sta facendo in questa stagione dimostra che avevamo ragione. Ha fatto un grande lavoro, ha solo 22 anni ed un grande futuro davanti. Sono contento anche per la Nazionale perché da argentino abbiamo un grande attaccante per prossimi anni. E' normale che grandi club possano essere interessati a lui. Per come lo vedo Lautaro così identificato con l’Inter oggi penso che abbia futuro nel calcio italiano".
TRIPLETE - “Fu il compimento di un sogno. Fu un onore e un privilegio essere il capitano in una notte storica per me e per il mio club. Sapevo che coronavamo un anno emozionante, nell'annata abbiamo avuto difficoltà ma eravamo un gruppo di grandi uomini oltre che di grandi giocatori".
SFIDE AL BARCELLONA NEL 2010 - “Abbiamo vinto contro il miglior club del mondo, senza alcun dubbio. A San Siro il 3-1 fu meritato. Tutti parlano del ritorno, per noi non fu facile, a maggior ragione dopo l'espulsione. Sembrava una partita interminabile. Furono due partite complicate perché io e Samuel eravamo diffidati e potevamo saltare la finale, visto che dovevamo marcare Messi. Leo è il migliore, non è l'ideale per non farsi ammonire. Per loro era un'opportunità unica giocare la finale al Bernabeu ma noi abbiamo fatto la storia".
MOURINHO – “E’ speciale per tutto quello che rappresenta. È un grande allenatore, si applica in tutto quello che fa e trasmette grande passione. Ha grande personalità, è un grande motivatore ed era preparato su tutto, non ti sorprendeva nulla perché lui sapeva già tutto".
CHAMPIONS – “Tutti si ricordano il momento in cui ho alzato la Coppa ma c'è tutto il tragitto. Io ricordo quando eravamo a Kiev. A fine primo tempo Mourinho fece un discorso in cui ci disse che dovevamo andare fuori a rimontare altrimenti saremmo usciti. Poi c’è la finale, quando entrammo in campo vidi subito la nostra curva piena e colorata. Una immagine molto bella, poi ricordo Julio Cesar quando mancavano 2/3 minuti. Tenne la palla fra le mani e disse a Samuel: ‘Walter, siamo campioni!’. Lui lo guardò in malo modo perché mancavano ancora 3 minuti!".
COPPA UEFA 1998 - "Era il mio primo titolo con l'Inter, le sfide europee con le italiane sono sempre complicate ma con Ronaldo così... Un momento unico, un trofeo importantissimo e che gioia che abbiamo dato a tutti i tifosi arrivati a Parigi".
MALDINI - "Prima cosa lo rispetto tanto, lui e la sua famiglia sono parte importante della storia del Milan. Quando ci incontravamo, ci abbracciavamo. Ammirazione e rispetto, è una delle leggende del calcio mondiale. Io mi sento identificato con l'Inter dal 1995, ossia quando sono arrivato. L'Inter per me è la famiglia, ha valori unici nei quali io mi identifico. Per questo ho deciso di restare e vestire la maglia dell'Inter per tutta la mia carriera. Sono 25 anni che vivo per l'Inter, sono felice per la mia carriera".
FUTURO DI ICARDI - “Non ne abbiamo ancora parlato. C'è questo problema mondiale e adesso pensiamo alla salute, ci sarà poi tempo per parlare di questi temi".
MIGLIOR MOMENTO CON L’ARGENTINA - “Il mio debutto, in Cile nel 1994 con Passarella. Ho realizzato un sogno, un po' il sogno di tutti. Poi anche il Mondiale nel '98 con il gol all'Inghilterra, un club così rivale. Una notte indimenticabile. Per me quel gol significò tanto".
ESCLUSIONE MONDIALE 2006 - “Ho vissuto quel momento con grande tristezza anche se avevo giocato tutte le partite della qualificazione, quasi tutte da titolare tranne le ultime. Ero tranquillo con me stesso perché io avevo fatto tutto quello che dovevo, non decidevo io. E' normale essere triste, questo il calcio. Rispetto la decisione e vado avanti".
BIELSA - "Un altro grande tecnico, ho avuto la fortuna di dividere anni con lui nella Nazionale argentina. E' molto capace, trasmette un grande spirito. Mi ricordo che tutti speravamo di essere convocato per passare momenti con lui, era un gruppo molto bello e con grande giocatore. Il Mondiale, poi, andò come andò poi".
INTER - "E' un club resiliente. E' in grado di rialzarsi anche quando le cose vanno male. Un po' come l'Argentina, bisogna affidarsi al lavoro e andare avanti".
NUOVA ARGENTINA - "Intravedo grandi rinnovamenti e c'è un gruppo che ha voglia di vincere e la cosa mi rende felice. La Copa è nel 2021 e speriamo sia un buon torneo per noi".
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