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Zanetti: “Parlo sempre con la squadra. Suning? Grandi ambizioni, vogliono Inter in alto. Il 2010…”

Javier Zanetti ha ricevuto il Premio Mediterraneo ad Andria ed ha risposto anche ad alcune domande sull'Inter.

Simona Castellano

Javier Zanetti ha ricevuto ieri il Premio Mediterraneo ad Andria, una ricorrenza che dal 2004 viene organizzata da Marco Grassi, assieme al patrocinio dell’Inter Club Andria.

Tante domande al vicepresidente dell'Inter:

-Cosa hai pensato quando hai sorteggiato dall’urna di Champions il Bayern Monaco contro la Juventus?

Che sarebbe stata una partita molto complicata per la Juve (ride, ndr).

-Vi sentivate imbattibili nel 2010?

Ci sentivamo forti. Prima di entrare in campo c’era questa consapevolezza, che per batterci gli avversari dovevano sudare tantissimo. Avevamo un gruppo di grandi uomini, di gente con grande esperienza, un allenatore di grande personalità. Quell’anno è stato fantastico, soprattutto per tutti gli interisti: nella finale di Madrid entrai in campo per il riscaldamento e vidi tutta la curva già piena. Non potevamo deludere tutta quella gente, quella coppa doveva essere nostra e per me era l’ultima opportunità di vincere quel trofeo. Alzarlo da capitano, dopo che l’Inter non arrivava da anni in finale, è stata una cosa fantastica. 

-Tuo padre ti diceva sempre 'puenga huevos hombre' (metti i coglioni, ndr), da dirigente sei mai entrato nello spogliatoio e l’hai urlato ai ragazzi? 

Con i ragazzi parlo sempre, in tanti pensano che quando le cose vanno male, uno entra nello spogliatoio per attaccare al muro la gente. Questo non esiste, non serve. Bisogna parlare, la squadra deve sapere la responsabilità che ha, la maglia che sta indossando e che ci sono momenti di difficoltà dove dare qualcosa in più. I ragazzi si devono rendere conto che indossano una maglia che ha una grande storia dietro, che va rispettata sempre al di là del risultato, che abbiamo nel mondo tantissimi tifosi che vanno rispettati sempre e dopodiché con la qualità che hanno credo che tutto è possibile. 

-Cosa dici del tuo infortunio?

Ho pensato che mi sarei dovuto operare e non sapevo quando sarei tornato, sinceramente. Mi sono reso conto subito che era un infortunio grave. Sono entrato nello spogliatoio: il primo messaggio è stato di Mourinho, nell’intervallo. Dopo ho parlato con Paula per tranquillizzarla. Quando ero in aereo pensai: “va bene, dopodomani faccio l’intervento e dopodiché inizierà la cavalcata per tornare”. Nel mio pensiero c’era sempre l’idea di tornare almeno per fare una partita, per poter condividere con voi almeno un’altra partita da protagonista.

-Suning? Nessuno pensava un gruppo cinese acquistasse l'Inter...

Hanno grandi ambizioni, io ho avuto il piacere di andare a casa loro e mi sono reso conto che ci tengono tantissimo alla storia dell’Inter, al rispetto per tutto quello che è stato fatto in passato, che è quello che vogliono fare in futuro. Il padre (Zhang Jindong, ndr) ci tiene tantissimo a riportare l’Inter in alto, io sono con loro in continuo contatto perché stiamo cercando di mettere le basi affinché la nostra squadra possa tornare a vincere, lo aspettiamo tutti. E loro hanno grandi intenzioni e pensano a lungo, e questa è una cosa molto importante. Speriamo, perché ci sono i presupposti per poter far bene, bisogna avere pazienza perché a nessuno piace attraversare questi periodi di difficoltà, ma sono questi i momenti dove dobbiamo restare uniti e pensare in positivo e rialzarci con più forza. 

(Fonte: news.superscommesse.it)

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