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Zanetti: “Suning si sta attrezzando per vincere, sono seri e ambiziosi. La mia storia con l’Inter…”

Fabio Alampi

"Sono cresciuto in un quartiere umile in Argentina chiamato Dock Sud. A circa 200 metri di distanza dalla mia casa c'era un campo da calcio. E' lì che ho trascorso la mia infanzia. E' un quartiere dove tutti si aiutano a vicenda perché ci sono state molte difficoltà. Lì sono cresciuto felicemente, perché ho imparato molte cose. Mia madre faceva la donna delle pulizie e mio padre era un costruttore. Ho visto quanti sacrifici hanno fatto per permettere a me e a mio fratello di studiare. Da loro ho imparato la mia etica del lavoro. Loro sono anche l'origine della mia generosità e della mia voglia di aiutare. Sono un grande tifoso dell'Independiente e ho giocato nel loro settore giovanile prima che mi scartassero perchè troppo piccolo, così cominciai a lavorare con mio padre. Questo mi ha aiutato a capire molte cose della vita; mi ha reso mentalmente più forte e mi ha anche spinto ad andarmene e a giocare per un'altra squadra".

L'ARRIVO ALL'INTER - "Passare da una piccola squadra a un club enorme come l'Inter è stato un grande cambiamento per me. L'Inter fu la squadra che presentò l'offerta più concreta, e per questo decisi di firmare per loro. Appena arrivai capì subito che qui è come una grande famiglia. Gli inizi furono difficili: dovevo imparare una nuova lingua, conoscere nuove persone con abitudini diverse dagli argentini. Quando arrivai ho voluto mettere alla prova me stesso, e quella fu la sfida più difficile. La gente era molto disponibile con me, mi hanno aiutato tanto e avevano fiducia in me, specialmente il tecnico Ottavio Bianchi, ed è per questo che conclusi la mia prima stagione giocando così tante partite".

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