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Zanetti: “Triplete? Noi i migliori. L’assist a Milito, Thohir, Moratti, Cuper, Mou…”

Uno speciale dedicato ad Javier Zanetti. E’ andato in onda su SkySport1. Il capitano si è raccontato ai microfoni di Silvia Vallini in una lunga intervista registrata nel Palazzo della Regione Lombardia qualche giorno fa. Vi riportiamo le...

Eva A. Provenzano

Uno speciale dedicato ad Javier Zanetti. E' andato in onda su SkySport1. Il capitano si è raccontato ai microfoni di Silvia Vallini in una lunga intervista registrata nel Palazzo della Regione Lombardia qualche giorno fa. Vi riportiamo le sue parole:

ULTIMO TANGO AL MEAZZA - Quando sono uscito a fare il riscaldamento ho già capito che sarebbe stata una serata speciale. Mi sono reso conto dell'ambiente che c'era. Pensavo quando sono entrato che era l'ultima volta che scendevo sulla fascia a San Siro davanti ai miei tifosi. Tutte sensazioni che uno si porta dietro per sempre. In quella mezz'ora stavo bene ed era quello che volevo: volevo lasciare alla mia maniera, con le mie giocate che ho atto sempre vedere.

COMPAGNI - Gli argentini? Era giusto rendere omaggio anche a loro che mi hanno dato tanto nei vari momenti della mia carriera. Ho giocato con grandi campioni. Baggio, Ibra, Ronaldo. Alcuni di loro giocano ancora. E' stato un privilegio poter giocare con tutti loro. 

LIVORNO - Ho pensato da lì che poteva essere la mia ultima stagione. Era il rientro dal mio infortunio, lo aveva voluto tanto e anche se mi sentivo sempre meglio ho capito che dovevo smettere, ho capito che stava arrivando quel momento. 

PAULA - Quando ho capito che era l'amore della mia vita? E' stato un colpo di fulmine. E' scoppiato l'amore quando eravamo molto giovani e già allora ho capito che poteva essere una compagna di vita. Abbiamo creato una famiglia meravigliosa con tre bambini e speriamo di poter continuare soprattutto ad essere felici come ora.

MAMMA - Di lei ricordo tutto, lei è stata la prima quando sono stato scartato dall'Indipendiente ad abbracciarmi. Mi veniva a vedere alla partita. I miei genitori sono venuti con me in Italia, hanno lasciato la loro terra e le loro abitudini, hanno conosciuto un'altra lingua, altre persone e di lei mi ricorderò sempre.

MORATTI -Abbiamo avuto sempre un rapporto che va oltre quello presidente-giocatore. Saremo legati sempre, come una famiglia, io ho vestito questa maglia per venti anni. Lui è rimasto nella storia come suo padre e lo ha fatto lottando contro tutti.

PAPA'  - Lui dice che la tranquillità è importante. Sono molto tranquillo, vivo tutto con grande passione, specie nei momenti difficili. Serve equilibrio per prendere le decisioni giuste al momento giusto.

RIBELLIONE - Ci sono state tante cose che mi hanno fatto arrabbiare, ma non mi piace urlare o fare scenate. Con il dialogo si può fare tutto. Al di là di tutto nel calcio tutti pensano di avere ragione. Chi è protagonista sa cosa fare e come funziona l'ambiente. Serve sempre avere buon senso e buona fede, poi i risultati arrivano.

GLI ARGENTINI - Samuel? Il suo soprannome è giusto, il muro. Uno dei migliori difensori con cui ho avuto modo di giocare. Milito il 2010 non se lo scorderà mai come tutti gli interisti del resto per le gioie che ci ha dato. Il Cuchu era l'allenatore in campo, quello che organizzava il gioco quando serviva. Zamorano, Cordoba, loro tre, Simeone, Vivas, Batistuta, sono stati tutti miei amici. Magari mi dimentico qualcuno, sono sempre andato d'accordo con tutti. 

MAICON - Il mio rapporto con lui dimostra che non ci sono guerre tra brasiliani e argentini. Io con lui sono sempre stato benissimo. Lui era simpaticissimo. 

SCHERZI - Ce ne siamo sempre fatti nel nostro gruppo. Taribo West è stato uno dei più simpatici, non riuscivamo a trovarlo, per lui era normale mancare un mese perché da lui chi si sposa ha un mese di vacanza, è stato divertente. Si anche io sono divertente. Quando facevamo allenamento abbiamo sempre riso tanto, questo fa parte della passione per il calcio.

CRAVATTA - Quella dell'esordio? Ho creato una tendenza. Quella cravatta e quel vestito della prima volta è nel mio museo personale a casa. 

5 MAGGIO - Nell'appuntamento più importante, siamo mancati. Potevamo vincere prima, così non è stato. Ma dopo allora siamo diventati più forti.

SCUDETTI - Sono legato a tutti, dal primo all'ultimo, quello del Triplete. La Juve considera il primo ancora suo? Noi siamo diversi, sono scelte che si fanno in società. Per questo motivo qui noi rispettiamo gli altri, l'importante è sapere cosa abbiamo fatto. 

CICLO VINCENTE - Con Cuper siamo cambiati, tutto l'ambiente è cambiato. Poi è arrivato Mancini e abbiamo cominciato a vincere e piano piano siamo arrivati a vincere nel mondo. 

SIENA 2010 -Assist a Milito? Forse è stato un caso. Ma volevamo vincere quel campionato sofferto, la Roma ci aveva sorpassato. Era una settimana importante. Era una partita complicata, il Siena ha onorato il campionato come doveva essere e poi l'abbiamo sbloccata con quella giocata che serviva in quel momento. 

RENDERSI CONTO -Neanche noi riusciamo a renderci conto di quanto è successo. E' indimenticabile per noi e per tutti i nostri tifosi, per tutta la sofferenza che abbiamo dovuto passare prima di arrivare al successo. 

MADRID 2010 - Ho alzato la Coppa per l'Inter dopo 45 anni, è stato un onore, una serata bellissima, era la mia 700esima presenza con la maglia nerazzurra. 

MOURINHO - C'è stata grande empatia, come con SimoniQuello con lui è stato un rapporto umano molto particolare, stretto che è rimasto. Ci sentiamo spesso. Al di là di quanto si può fare nel campo rimane quello che fai fuori. A Kiev ci ha detto; 'Ragazzi, dobbiamo rischiare e vincere altrimenti siamo fuori', ha messo 4-5 attaccanti, ci siamo qualificati e lì è cominciato il cammino verso la vittoria.

BENITEZ - Ci sono stati diversi problemi. Per esempio gli infortuni che non gli hanno permesso di programmare e questo ci ha penalizzati. 

I PIU' FORTI - Se lo eravamo in quel momento? Lo abbiamo dimostrato vincendo come gruppo su ogni campo. 

RIMPIANTI - Tutto quello che ho fatto è perché sentivo di farlo in quel momento. In Nazionale ho giocato 145 partite, da bambino ne volevo fare anche una sola. E' stato tutto una bellissima esperienza. 

THOHIR - Devo conoscere la nuova proprietà, le sue idee. Tutti stiamo pensando al futuro dell'Inter, cerchiamo di essere più forti. Al momento ci sono tante persone che possono fare certe cose meglio di me, io posso spiegare cosa significa portare la maglia dell'Inter, portare il nome di questa squadra nel mondo. Poi piano piano posso imparare. L'inglese lo studiavo già, fa parte della crescita personale come il corso di management.

MORATTI-THOHIR -La cosa più importante è che ci sia il dialogo, le idee, conta il bene dell'Inter.

LA 4 -In società parlano e decidono sul ritiro. Scelgono loro. sarebbe un onore, ma non forzo nulla. Vediamo gli sviluppi.

OTTIMISMO -L'Inter si vuole riportare in alto, non sarà facile, servirà tempo. Tutti lavoreremo perché l'Inter torni ad essere competitiva. 

4EVER - Con che frase vorrei finisse uno speciale su di me? 4ever. Quella è la frase più bella per concludere uno speciale su di me.