Javier Zanetti, intervistato da Beppe Severgnini ad un evento Volvo, ha ripercorso la sua carriera sin dai primi calci al pallone: "A 12 anni ho avuto una grande delusione. Sono tifoso dell'Independiente, ho giocato per 5 anni lì quando ero bambino, ma è arrivato un momento in cui l'allenatore mi ha detto che non crescevo più ed era vero. Tornai a casa piangendo, quella fu una grandissima delusione, ma iniziai a lavorare con mio padre che faceva il muratore. Vedevo da vicino i sacrifici che facevano per me, e decisi di riprovare. In una delle poche pause che mio padre faceva mi chiese cosa volessi fare da grande, gli risposi che volevo fare il calciatore e mi disse di riprovare. Quelle parole sono state fondamentali, mi hanno dato la spinta per tentare ancora una cosa che un mese prima mi portava solo delusione. Sono andato a giocare in un altro quartiere molto umile, quando ho conosciuto Paula, figlia del presidente, si è creato un gruppo importante e lì ho capito che potevo farcela. Con Paula era tutto di nascosto perché era molto piccola, aveva 15-16 anni, e per il papà era tutto di nascosto. Più avanti chiese al padre di andare a vedere il Talleres, squadra rivale rispetto alla loro, e il padre non voleva portarla, ma lei voleva perché c'ero io. La mamma era complice nostra".