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Zanetti: “Viaggio in Cina? Dobbiamo far conoscere la storia dell’Inter. Mi dedicherò…”

Daniele Vitiello

Il vicepresidente nerazzurro ribadisce il grande impegno della società nerazzurra nel sociale

"Era un desiderio che mia moglie Paula e io ci portavamo dietro da tempo, aiutare i bambini della città in cui siamo nati. Quando nel 2001 l’economia argentina è crollata, ci siamo resi conto che bisognava iniziare a fare qualcosa di concreto; vedevamo i bambini dei quartieri vicino a casa nostra in condizioni di povertà estrema e ci sentivamo impotenti. A quel punto abbiamo fatto i nostri primi passi. Siamo partiti con trentanove bambini, oggi seguiamo più di mille persone tra piccoli e famiglie: chi l’avrebbe mai immaginato?. Ogni giorno ho notizie via chat di quello che succede in Argentina, ci sono le videochiamate e poi i viaggi non appena possiamo". Così, ai microfoni del Corriere della Sera, Javier Zanetti è tornato a parlare con grande orgoglio della Fondazione Pupi, che lo vede in primissima linea in numerose iniziative volte ad aiutare ragazzini ed adolescenti in difficoltà.

Impegno umanitario che ha coinvolto inevitabilmente anche l'Inter, da sempre molto sensibile sul tema. E proprio in questa ottica va inquadrato il recente viaggio in Cina del vicepresidente nerazzurro, che sembra pronto a far decollare un nuovo progetto: "Dobbiamo far conoscere i momenti epici della nostra storia ma c’è qualcosa di più che vorrei far comprendere. L’Inter da sempre ha avuto un’attenzione particolare per il sociale; tutto questo non può più essere qualcosa di residuale in una società di calcio al passo coi tempi. Deve diventare semmai un punto strategico su cui investire energie e risorse. Mi dedicherò a questo. Il nome del nuovo progetto? Inter in the Community. La prima comunità di riferimento ovviamente sarà Milano, la nostra città; cominceremo da qui a valorizzare sempre meglio i tanti interventi destinati a bambini e ragazzi. Sarebbe bello se riuscissimo a fare sì che tutto il mondo Inter partecipasse: atleti, staff, dipendenti e tifosi, nessuno escluso. È un’esigenza comune che riguarda tutti i grandi club e noi siamo chiamati a dare il nostro contributo", sottolinea l'argentino.