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Zanetti: “Vogliamo una grande Inter, abbiamo una strategia chiara e precisa. Tra 10 anni…”

Le parole del vicepresidente nerazzurro sulla sua nuova carriera e sulle ambizioni dell'Inter

Marco Macca

Una lunga intervista, per raccontare il suo "nuovo" ruolo da vicepresidente e le ambizioni future di un'Inter che vuole diventare sempre più grande. Javier Zanetti, ex capitano e oggi dirigente nerazzurro, è stato intervistato da Panorama per spiegare le differenze tra il campo e la scrivania dal suo punto di vista. Non solo: Suning, così come lui, vuole un'Inter vincente e per farlo ha una strategia precisa. Ecco le parole di Zanetti:

VICEPRESIDENTE - "Questo nuovo ruolo per me è un onore. E' una bellissima opportunità per me e per la mia crescita. Nessuno mi chiama vice presidente, questa è la verità. Mi chiamano ancora Pupi o Capitano, però va bene così, è anche motivo d'orgoglio per me aver potuto continuare con l'Inter in una posizione così importante. Primo giorno in ufficio? Certo che me lo ricordo anche perché una delle segretarie mi ha scattato una foto senza che io lo sapessi. E' stato un momento importante perché iniziava un nuovo percorso e io ho cercato di farlo con la stessa passione di quando scendevo in campo. Ero incuriosito certamente perché erano tutte cose nuove. Poi si cerca di imparare piano piano e si conoscono nuove persone. Ma la cosa che ho cercato e cerco di fare è rimanere sempre me stesso e trasmettere nel nuovo ruolo quella che è stata la mia esperienza quando ero calciatore".

FORMAZIONE - "Thohir non mi ha mai costretto a studiare prima di avere un ruolo, l'ho fatto di mia iniziativa. Nessuno mi ha mandato a studiare. L'ho pensato e deciso io sei mesi prima del momento del ritiro, quando ho deciso che rientrando dall'ultimo infortunio (rottura del tendine d'Achille nell'aprile 2013 ndr) era arrivato il momento di chiudere con il calcio giocato".

UNIVERSITA' - "Ho approfittato di quei mesi per iscrivermi all'Università Bocconi per iniziare un percorso formativo in management dello sport per farmi trovare pronto alle nuove sfide che arriveranno. Sai che comincia qualcosa di completamente diverso rispetto a quello che hai fatto per venticinque anni, poi è giusto che ci si prepari conoscendo altre tematiche ed aree per essere pronto a quello cui vai incontro. Aver completato una carriera da calciatore lunga e vincente non significa che tutto sia dovuto. Per me è stato come ripartire da zero e ho scelto di affrontarla così".

CLUB SOSTENIBILE - "Sono convinto che nel calcio ci sia un relazione stretta tra come funziona la squadra che va in campo e il lavoro di quella che è fuori. E' il percorso che stiamo facendo all'Inter con la valorizzazione del brand e l'incremento dei ricavi per poter poi creare un gruppo sempre più competitivo con l'obiettivo che il club sia sostenibile anche a prescindere dai risultati sportivi".

FONDAZIONE PUPI - "La mia vera, seconda, passione. Siamo cresciuti tantissimo nel tempo e oggi sono tante le aziende che si occupano del sociale. E' una cosa doverosa perché è il tempo di impegnarsi ovunque. Nuovo progetto? Si chiama Mamamor e si occupa delle donne incinta. Lavoriamo  sulla prima fase della vita di un bambino, dalla nascita ai tre anni, in cui ci siamo resi conto che tanti che arrivavano da noi avevano ritardi importanti e quindi cerchiamo di aiutarli da subito".

TRA DIECI ANNI - "Dove mi vedo? Spero ancora nella famiglia dell'Inter, con un'esperienza maggiore e avendo contribuito a successi come quelli del passato".

(Fonte: panorama.it)

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