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Zanetti:”E’ finita ma che sofferenza. Mi sento per metà  italiano e devo ringraziare Paula”

Lunga intervista, quella rilasciata da Javier Zanetti, al quotidiano Tuttosport. Tanti gli argomenti trattati, ma il principale resta sempre il suo addio al calcio: “E’ davvero finita? si ormai mi sono convinto. E’ stata dura...

Riccardo Fusato

Lunga intervista, quella rilasciata da Javier Zanetti, al quotidiano Tuttosport. Tanti gli argomenti trattati, ma il principale resta sempre il suo addio al calcio: "E' davvero finita? si ormai mi sono convinto. E' stata dura smettere? Sì, soprattutto dopo essere ritornato in campo contro il Livorno il 9 novembre: quel giorno, sentendo il boato della gente, ho capito che era la mia ultima stagione. Quando mi ero fatto male, mi ero ripromesso di tornare a giocare almeno una partita e ci sono riuscito. Però da quel momento è iniziato il difficile perché stavo bene e sentivo di poter continuare..Quanti chilometri ho fatto giocando? Più o meno la distanza fra Argentina e Italia. Sa mi sento anche un pò italiano? Anche più di un po'. Ho vissuto qua più di metà della mia vita e resterò ancora qui con la famiglia. Sarò sempre grato all'Italia, all'Inter e alla famiglia Moratti che mi ha aperto le porte, dandomi fiducia, quando non ero nessuno. Per è un motivo di orgoglio aver difeso i colori nerazzurri per quasi 20 anni e considerando che sono straniero, assume un valore doppio. Il messaggi opiù bello il giorno dell'addio? Difficile sceglierne uno, mi hanno scritto in tanti, da Maldini a Baggio, da Del Piero a Totti, passando per Beckham. Mi ha fatto molto piacere anche il rispetto che mi hanno mostrato i tifosi, anche quelli avversari. È stato gratificante. Difficile rimanere qui per 19 anni?Ho avuto delle occasioni per andarmene, non lo nego. Ma nei momenti anche più difficili, ho sempre voluto tenere duro perché non volevo abbandonare l'Inter senza aver lasciato il segno. Mia moglie è stata decisiva? Quando arrivò il Real mi disse: lì sarai uno dei tanti Galacticos, qua in tanti si identificano in te e poi fare la storia del club. Ha avuto ragione"