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Zenga: “Tifosi, aiutate Mazzarri. CL il suo scudetto. Inter, segui l’Atletico: manca…”

Siamo solo ad inizio stagione e l’Inter sta vivendo il suo primo momento difficile, figlio soprattutto della brutta sconfitta interna con il Cagliari. Chi meglio di un grande ex e tifoso nerazzurro, come Walter Zenga, può dire la sua in...

Riccardo Fusato

Siamo solo ad inizio stagione e l'Inter sta vivendo il suo primo momento difficile, figlio soprattutto della brutta sconfitta interna con il Cagliari. Chi meglio di un grande ex e tifoso nerazzurro, come Walter Zenga, può dire la sua in merito. Ecco le sue parole rilasciate a Tuttosport: "Come mai Mazzarri ha poco feeling con i tifosi nerazzurri? È difficile da capire perché l'anno scorso l'Inter il suo l'ha fatto, arrivando quinta dopo un nono posto. Quest'anno, lo scudetto per Mazzarri sarà tornare in Champions e quindi arrivare terzo. Da ex giocatore dell'Inter, non mi permetterei mai, come fanno altri, di criticarlo e credo che l'incidente di percorso col Cagliari sarà presto ammortizzato. Però credo che in un club, per tornare a vincere, debba esserci sinergia e compattezza tra le cinque componenti fondamentali: società, squadra, allenatore, stampa e tifosi. Ecco, questo all'Inter non lo vedo ancora".

"Da chi prendere l'esempio? Dall'Atletico: sono stato ospite a Madrid del loro ds Andrea Berta, che ritengo uno dei migliori dirigenti italiani, e poi sono stato al Real dal mio amico Ancelotti: Valdebebas è un centro sportivo da extraterrestri, vedere in campo tutti insieme Cristiano, Modric, Bale, Benzema e James Rodriguez è pazzesco, però alla fine l'Atletico, avendo creato con Simeone un micro cosmo dove tutti remano nella stessa direzione, è riuscito a colmare il gap. In Italia un esperimento di questo tipo lo sta portando avanti Mihajlovic alla Sampdoria. Però bisogna vedere come andrà in tv Ferrero dopo le prime sconfitte".

"Secondo me comunque Mazzarri va aiutato, perchè è proprio quando le cose non funzionano che deve esserci sinergia tra quelle famose cinque componenti. Se appena giochi male, iniziano i fischi, beh è difficile andare lontano. Se a me è capitato di lavorare tra la diffidenza dei tifosi? Soltanto alla Dinamo Bucarest: mi vedevano come "uno della Steaua", e mi trovavo in una situazione simile a quella che sta vivendo oggi Allegri a Torino. All'inizio erano molto diffidenti, poi abbiamo fatto due-tre buoni risultati e siamo riusciti a firmare un armistizio. Però, alle prime sconfitte è stato un casino e dopo quattro mesi ho risolto il contratto, andando poi ad allenare il Catania".

"Si lavora male? Sì: quando entri nel tuo stadio e senti diffidenza da quelli che dovrebbero sostenerti, di certo un po' nervoso lo sei. Personalmente, in quei casi preferisco giocare in trasferta a mille chilometri da casa con ottantamila persone che mi fischiano nelle orecchie: quello invece mi da la carica."