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Ai microfoni di Panorama, l’avvocato La Francesca aggiunge:
“La parte più interessante dell’atto è quella dedicata alle’scussione del pegno (“enforcement of the pledge”) disciplinata dalla legislazione del Lussemburgo. A prescindere dalla ragione che possa comportare l’attivazione della procedura di escussione, è infatti stabilito che l’appropriazione dei beni dati in pegno da parte del creditore debba essere obbligatoriamente preceduta da una stima “all’equo valore di mercato” (fair market value) dei predetti beni e che a seguito di essa, laddove il loro valore risultasse superiore all’ammontare del credito vantato da Oaktree, quest’ultimo dovrà rimborsare a Suning la parte eccedente il credito. Questa stima dovrà essere eseguita da un “appraiser”, ovvero un perito ed è inoltre previsto che la stima del perito non possa essere contestata dalle parti (se non per manifesto errore) e che essa debba avvenire utilizzando come riferimento o modello altre società che operano nello stesso settore di quella i cui beni sono costituiti in pegno".
In soldoni quindi qual è la novità? Abbiamo sempre pensato che in caso di mancata restituzione dei soldi prestati, più gli interessi, la famiglia Zhang avrebbe perso «gratis» l'Inter. Ci sta dicendo che invece dovrà ricevere dei soldi?
“Assolutamente si. È ormai chiaro che, laddove si giungesse all'escussione per il mancato pagamento del prestito alla scadenza convenuta, Zhang è comunque rassicurato dal fatto che la perdita dell'Inter avverrà secondo il giusto valore di mercato che tale club avrà al momento dell'appropriazione da parte del creditore. D'altronde, sarebbe stato un clamoroso autogol, da parte del patron nerazzurro, concedere il pegno sul 99,60% delle azioni della società milanese e perdere conseguentemente il club, a fronte di un prestito di 275 milioni di euro; importo, quest'ultimo, che difatti era certamente inferiore al valore che aveva il club all'epoca dell'erogazione del finanziamento. Volendo esemplificare, ipotizzando un possibile valore di mercato del club nerazzurro di 1,2 miliardi di euro e considerati gli impegni finanziari di circa 750 milioni che ovviamente vanno detratti dal suddetto valore, nonché detraendo i 380 milioni di credito vantato da Oaktree alla scadenza del prestito, l'importo che potrebbe essere refuso a Suning può essere indicato nella misura di 70 milioni di euro (circa). Suning, inoltre, farebbe definitivamente suoi i circa 125 milioni tuttora in pancia a Grand Tower. In totale la famiglia Zhang si metterebbe in tasca quasi 200 milioni di euro. Se, invece, il valore del club meneghino fosse stimato nella misura di 1,3 miliardi, Suning potrebbe portare a casa quasi 300 milioni di euro”.
Una mossa astuta, una gestione diversa, ad esempio di quanto avvenne al Milan al tempo della presidenza di Yonghong Li.
“Proprio Così. Già al momento dell'erogazione del finanziamento (non a caso avenuto sotto forma di bond-pik), il patron dell'Inter si era ben cautelato nel caso in cui, durante la vigenza del prestito, non avesse ottenuto la somma da egli ritenuta corretta per la vendita del club. E lampante la differenza tra questa situazione e quella che ha riguardato il tycoon cinese Yonghong Li, il quale, come noto, ha perso il Milan a seguito di escussione del pegno da parte del fondo Elliott (peraltro per il mancato rispetto di un covenant finanziario) senza ricevere alcunché a titolo di "rimborso" dal già menzionato fondo a stelle e strisce. Ciò proprio perché, diversamente dalla famiglia Zhang, l'uomo d'affari cinese, non è riuscito a far inserire la clausola che prevede, in caso di escussione, la preventiva stima dell'asset concesso in pegno e la conseguente restituzione dell'eventuale eccedenza del valore di esso rispetto al credito del finanziatore (in pratica e stato fissato un rapporto alla pari tra il valore degli asset dati in pegno ed il credito vantato da Elliott)".
Questo fatto cosa ci dice delle recenti manovre finanziarie della famiglia Zhang per l'Inter?
“Questa scoperta spiega in maniera chiara la ragione per cui Suning non abbia ancora rifinanziato (o finanziato) il debito verso Oaktree. A prescindere dall'attuale elevato tasso d'interesse (che è decisamente ostativo a tale operazione), perché mai, infatti, il patron dell'Inter dovrebbe indebitarsi ulteriormente verso un qualunque fondo che fosse eventualmente disposto a concedergli il prestito, sapendo che la politica governativa cinese (oltre che le conclamate difficoltà economiche di Suning) gli impedirà comunque di poterlo in futuro rimborsare? Perché, soprattutto, dovrebbe prendere altro tempo se, di fatto, nel maggio 2021 ha già acquisito pattiziamente la possibilità di cedere l'Inter allo scadere del finanziamento (precisamente a seguito dell'escussione del pegno) al "giusto valore di mercato"?
Resta comunque la strada spianata per il passaggio dell'Inter ad Oaktree...
"Non è detto. Nel documento, infatti, si legge che in pratica Oaktree, tramite il suo fiduciario, può far escutere immediatamente e direttamente il il club nerazzurro da un altro soggetto. Nel qual caso si tratterebbe chiaramente di un soggetto che abbia preventivamente pattuito con Oaktree i termini economici dell'acquisizione dell'Inter. In tal caso, oltre a corrispondere al fondo americano la somma corrispondente al credito vantato nei confronti di Suning (gli ormai famosi 380 milioni di euro) il subentrante, dovrebbe altresì rifondere a Zhang la citata eccedenza perché a mutare non sarebbe la procedura appropriativa (che, come detto, prevede in ogni caso la preventiva stima dei beni concessi in pegno) ma solo il soggetto che procede all'escussione. In tale ottica sarebbe antieconomico per un compratore imbastire oggi trattative con Zhang, visto che costui, essendosi tutelato, richiederebbe a tale acquirente un corrispettivo certamente maggiore rispetto a quanto, comunque, il presidente nerazzurro ricaverebbe dall'accordo a suo tempo intercorso con Oaktree. D'altronde, come sopra accennato, il fondo americano è autorizzato a procedere alla stima peritale anche prima della decisione di procedere all’escussione".
Zhang però ha più volte ribadito la sua volontà di restare:
"Infatti, pur cedendo le quote ad Oaktree potrebbe rientrare come socio di minoranza, Questo perché l'accordo prevede che Oaktree (o il soggetto a cui eventualmente decidesse di cedere i diritti di escussione del pegno) anziché corrispondere a Suning la cifra di cui abbiamo più volte detto, potrebbe, assegnare al gruppo di Nanchino un pacchetto di azioni corrispondente all'importo da retrocedere alla holding cinese a seguito della stima peritale. In tal caso Zhang resterebbe come azionista del club nerazzurro con una piccola quota di minoranza. Ciò che però deve considerarsi certo è che, in tutto questo, qualunque cosa accada, la famiglia Zhang non "regalerà" il club nerazzurro a chicchessia".
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