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Entrare nella storia con una nuova cucitura sul petto, giusto prima del Milan, darebbe un senso definitivo a questo percorso alla guida del club iniziato nel 2018. Un viaggio complicato, dalla fase espansiva e ruggente degli esordi alle ristrettezze e al debito del presente, ma con in mezzo una crescita costante in campo. Da quando cinque anni fa ha scelto Beppe Marotta come governatore della parte sportiva, concentrando così Piero Ausilio nel ruolo di d.s., il livello della rosa è salito di anno in anno, come i risultati. La coppia di dirigenti funziona e Zhang apprezza, anche a distanza", scrive La Gazzetta dello Sport.
"In queste continue chiamate dalla Cina, tra Nanchino e Shanghai, il presidente ha anche fatto presente quale sarebbe il suo sogno. Una festa di popolo, l’adunata che il covid gli tolse per lo scudetto 2021 e che invece ha visto fare ai cugini del Diavolo l’anno dopo. Quelle strade colorate di rossonero sono incise nella memoria, ancor di più visto che adesso i rapporti diplomatici con Gerry Cardinale sono tra il tiepido e il freddino, e non solo per la questione stadio.
Al momento nello spogliatoio nerazzurro c’è una convinzione feroce, lievitata con gli ultimi risultati europei. I nerazzurri, spinti soprattutto dal capitan Lautaro, si sono parlati ad Appiano e si sono promessi tutti insieme di non fare più gli errori del passato. Sono determinati a reggere un testa a testa con la Signora perché pensano di essere globalmente superiori, nonostante i bianconeri non giochino le Coppe. Questa “cattiveria” è stata captata con soddisfazione anche dalla Cina e adesso Zhang si affida a Inzaghi per canalizzare così tanta voglia nella giusta direzione. Del resto, da tempo Steven vede in Simone lo stile giusto con cui rappresentare il club", aggiunge il quotidiano.
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