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"Disperate le parole di Zhang, si diceva. Disperate perché il presidente ha tirato dentro nel suo discorso direttamente l’Inter, rivolgendosi alla «cara famiglia nerazzurra», pur essendo Suning a tutti gli effetti l’attore principale della vicenda e solo in un secondo momento la società nerazzurra. Ponderate pure, le parole di Zhang. Erano in canna da almeno 24 ore e sono passate al vaglio dei suoi studi legali, oltre che dagli advisor Goldman Sachs e Raine. Il presidente non ha mai nominato nel suo discorso Pimco, il fondo con il quale aveva avviato il discorso di rifinanziamento. Da Suning, ufficiosamente, è arrivata anche la secca smentita che il nodo fosse la disponibilità dei 380 milioni da restituire a Oaktree, o la natura di questi, visto che secondo alcune indiscrezioni Pimco avrebbe garantito la cifra a Suning attraverso un bond biennale".
Il nodo, come raccontato dalla Gazzetta nei giorni scorsi, è la clausola che avrebbe garantito a Oaktree il 20% sulla cifra della cessione, cifra non totale, ma il differenziale tra il valore inizialmente stabilito e il reale prezzo di vendita. Insomma: Zhang non si è ancora arreso. E dietro le sue parole si può leggere anche un avvertimento a Oaktree: sicuri di riuscire a gestire il club come ho fatto io? Il presidente spera ancora in un colpo di coda entro martedì. Altrimenti sarà battaglia legale, addossando a Oaktree la responsabilità del fallimento del rifinanziamento, visto che - è la tesi di Zhang — la soluzione con Pimco era stata trovata", chiude Gazzetta.
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