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Ha parlato della sua volontà con il presidente Steven Zhang?
“Non posso entrare nel dettaglio. Comunque sì, gli ho espresso il mio interesse”.
E lui cos’ha risposto?
“Mi limito a dire che è un grande presidente. È giovanissimo, ma ha già fatto grandi cose. I tifosi devono essergli grati, e io lo sono per primo lo sono, come interista. Sarei anche pronto a entrare in società con lui con una quota di minoranza. E se poi dovessi arrivare ad avere la maggioranza, gli chiederei di restare con noi, magari per curare i rapporti con sponsor e fan in Asia”.
Lei ha soldi a sufficienza per completare l’operazione?
“Ho un patrimonio personale adeguato, a cui si aggiunge l’impegno di soggetti pronti a fare la loro parte. E lavoro ogni giorno per allargare la base dei possibili investitori, come fanno tutti i gestori di fondi pubblici d’investimento”.
Non pensa che la famiglia Zhang, e I loro collaboratori, possano vivere con fastidio il fatto che lei sui social network parli così spesso di Inter?
“È una questione che mi sono posto. Ho vissuto e lavorato a lungo in Asia e so bene che gli uomini d’affari cinesi amano lavorare nella massima discrezione. Al contrario, in Scandinavia siamo per un approccio completamente trasparente: più si comunica e meglio è. Per esperienza, so che le due culture si possono bene integrare. Sui social comunque parlo di calcio, mai di affari, e sono sicuro che Zhang saprà apprezzare la differenza. I miei post su Instagram e Twitter sono dichiarazioni d’amore all’Inter”.
Com’è diventato interista?
“Como è vicina a Milano e alla Pinetina, dove si allena la prima squadra. L’Inter è un grande club con una storia gloriosa. Fin qui, i sentimenti. Dal punto di vista imprenditoriale, penso abbia un potenziale inespresso, soprattutto dal punto di vista commerciale. E a leggere i commenti sui social network, ho l’impressione che molti interisti la pensino come me”.
Cosa le scrivono i tifosi?
“Mi incitano a comprare il club. Hanno capito che la mia intenzione è prendermi cura di un’istituzione che vive dell’amore del suo popolo, non comprare un oggetto. Poi ci sono anche i critici, che mi scrivono di smettere di parlare e cacciare i soldi. Lo capisco. Ma un club non è un gelato che si prende al supermercato. Io non ho disponibilità illimitate, ma ho disponibilità e competenza sufficienti per mettere insieme un gruppo di investitori. Ed è quello che sto facendo. Il processo richiede tempo”.
Ha mai pensato di investire invece nel Como, di proprietà della ricchissima famiglia indonesiana Hartono?
“Non sarebbe male. Vedo il bellissimo stadio Sinigaglia dalle finestre di casa. E conosco molto bene la famiglia Hartono, sono uno dei player fondamentali dell’economia asiatica. Ma il mio cuore batte per l’Inter”.
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