dal ritiro nerazzurro

A tutto Zanetti: “Io sono qui per il bene dell’Inter. Ranieri è con noi, vogliamo rialzarci”

Ai microfoni di Sky Sport 24, intervista esclusiva al capitano Javier Zanetti, che parla della sua Inter e del particolare momento che la squadra nerazzurra sta attraversando. Dopo questo momento negativo, avete avuto il tempo necessario per...

Eva A. Provenzano

Ai microfoni di Sky Sport 24, intervista esclusiva al capitano Javier Zanetti, che parla della sua Inter e del particolare momento che la squadra nerazzurra sta attraversando.

Dopo questo momento negativo, avete avuto il tempo necessario per capire, parlandone tra di voi, che cosa sta succedendo?

"Si abbiamo parlato tra di noi e con il mister. C'è la voglia di cambiare questa tendenza e di invertire questi segnali negativi. Ci rendiamo conto di questo momento di difficoltà, ma lo vogliamo attraversare stando insieme per cercare così di uscirne il prima possibile e adesso pensare alla partita di Champions League".

Come si spiega Zanetti questa serie di risultati negativi?

"Credo che al di là della partita con la Roma, dove non siamo proprio scesi in campo, le altre gare sarebbero potute tutte finire diversamente, per quello che noi abbiamo espresso, però purtroppo sono arrivate delle sconfitte che ci hanno penalizzato tanto, non solo per la classifica, ma anche per la nostra serenità e ora dobbiamo riprenderci, riprendere quel cammino lì, mancano ancora tante partite in campionato e abbiamo l'obbligo di dare il massimo fino alla fine".

Dopo tante vittorie, dopo un passato indimenticabile, ora arrivano delle difficoltà.

"Questo fa parte della vita: si cerca sempre di risolvere dei problemi soprattutto nei momenti di difficoltà. Noi siamo responsabili e capiamo benissimo quello che sta accadendo. C'è la voglia di cercare in tutti i modi di risollevare questa situazione. Stiamo parlando di un passato che non si cancellerà mai, quello che ha fatto questa squadra per sette anni di seguito non è da tutti e questo non va dimenticato. Ma questo non vuol dire che noi stimo vivendo del passato perchè poi abbiamo vinto una Coppa Italia, il quindicesimo trofeo di questa striscia formidabile, e questa è l'Inter. Quest'anno stiamo vivendo tutti momenti negativi, con tanti componenti che poi ci hanno portato a questa situazione, però c'è sempre la voglia di ripartire e tornare  a essere i più forti".

La cessione di Thiago Motta ha creato anche un po' sfiducia nei confronti di quel gruppo storico che ha vinto tutto?

"No, non parlerei di sfiducia, ma di una scelta personale. Le scelte si fanno in due, sempre, e credo che la società abbia tentato di far rimanere Thiago qui, ma poi lui ha preferito andare altrove, in una squadra con altre ambizioni. Va rispettata questa scelta, ma non c'è dubbio che lui fosse un giocatore importante per noi".

Come ha vissuto il capitano dell'Inter il momento nel quale, dopo José Mourinho, sulla panchina dell'Inter sono passati altri quattro allenatori? Si è avvertita un po' la mancanza di fiducia in un progetto?

"Dopo Mourinho, che comunque è andato via anche lui per una sua scelta, è arrivato Benitez. Dopo qualche difficoltà con lui abbiamo vinto la Supercoppa italiana e un Mondiale per Club, poi ha rilasciato delle dichiarazioni che hanno fatto intravedere che, quella di andar via, era anche la sua di intenzione. Poi, è arrivato Leonardo, tanto entusiasmo e una rincorsa incredibile, ma alla fine siamo arrivati purtroppo soltanto secondi. Anche lui ha scelto di andare via. L'allenatore che è stato esonerato è stato Gasperini, ma purtroppo in quel poco tempo non siamo riusciti, tutti, a capire quello che aveva intenzione di fare con questo gruppo e quindi sono arrivati i primi risultati negativi. Poi si è deciso di cambiare ed è arrivato Ranieri, che ha portato tanta esperienza, tanta capacità e che è un allenatore intelligente. Dopo qualche difficoltà all'inizio, una serie importante di risultati utili ci ha portati a credere in una grande rimonta, ma poi ci siamo ricreduti ancora. Credo faccia tutto parte di questa annata, una stagione un po' particolare, nella quale se magari si risolveranno dei problemi, non è detto che non ne ricompariranno altri prima della fine del campionato. La dobbiamo vivere così, cercando di sbagliare il meno possibile e fare di tutto in modo che l'Inter dia il massimo. Poi, si faranno tutti i conti e, se dopo sette anni di vittorie, questo sarà stato il primo di difficoltà, sono sicuro che il presidente Moratti farà questa squadra ancora più forte e vorrà vincere ancora di più".

Per la prima volta in sette anni, non si parla più di scudetto o di piazzamenti: l'Inter deve vivere partita dopo partita.

"Si, dobbiamo vivere alla giornata perchè credo che soltanto così potremo arrivare a degli obiettivi. Per quanto riguarda la Champions, ci aspetta una partita importantissima e dopodiche torneremo a lottare in campionato, dove ci sono tante squadre che si stanno giocando il terzo posto e speriamo di esserci anche noi".

Si dice che la partita di Champions League a Marsiglia sia decisiva per il futuro di Claudio Ranieri.

"Lo è per tutti noi, non soltanto per lui perchè il mister è insieme a noi in questo percorso. La cosa più importante, che vogliamo tutti, è riprenderci. Tutti ci rendiamo conto del momento".

Ti aspettavi la contestazione del "Meazza"?

"Un po' mi ha sorpreso, ma fa parte del nostro mestiere. Ognuno di noi cerca sempre di dare il massimo, a volte ci riesce, altre no, ma quando si scende in campo ognuno di noi è consapevole della responsabilità che ha e cerca di fare il massimo possibile per la propria squadra. C'è quel tifoso che capisce il momento di difficoltà e dice che magari dopo sette anni di vittorie, può capitare un momento più brutto e quello che invece si chiede come mai siamo messi così. Il comportamento dei tifosi va rispettato, loro come noi vogliono il bene dell'Inter e noi cerchiamo di poter dare il meglio e ottenere i risultati che tutti si aspettano".

Si parla spesso della necessità di metter un po' da parte la vecchia guardia e rinnovare la rosa dell'Inter. Zanetti si sente chiamato in causa questi discorso?

"Mi sento il primo chiamato in causa perchè io mi sono sempre preso le mie responsabilità e come capitano ancora di più. Nella mia carriera nessuno mai mi ha regalato niente. La prima cosa che ho detto a Ranieri quando è arrivato qui è stata: "Mister, io sono qui per dare una mano, sia in campo, sia in panchina, sia in tribuna perchè io voglio il bene dell'Inter". Se l'Inter ritiene che io debba scendere in campo sempre, qualche motivo ci sarà. Non voglio nessuna riconoscenza perchè quando abbiamo vinto ho soltanto fatto il mio dovere e il premio sono state le vittorie importanti che abbiamo conquistato tutti insieme. Poi, ognuno giudica alla sua maniera, ma io uscirò sempre dal campo sempre a testa alta perchè darò sempre tutto quello che ho per il bene dell'Inter".

Che Inter dobbiamo aspettarci di vedere da adesso in poi?

"La prima cosa che dobbiamo cercare di ritrovare è la compattezza e l'equilibrio che avevamo un mese fa e da lì ripartire, forti come gruppo, sapendo che in questo momento abbiamo bisogno di tutti e tutti siamo importanti. Speriamo che questa tendenza possa cambiare".

Che cosa ne pensa Zanetti di tutte le critiche che sono state fatte all'Inter in questi giorni?

"Credo che in questo momento è normale che tutti pensino che l'Inter sia finita, ma noi pensiamo a noi e lasciamo che parlino. Noi ci dobbiamo concentrare esclusivamente su quello che dobbiamo fare sul campo. Le critiche in questo periodo sono tante, ma noi ci rendiamo conto che quando l'Inter perde ci sono tanti interessi per parlare male dell'Inter perchè tutti noi conosciamo tutti. Per questo, dobbiamo guardare avanti perchè l'Inter come società, come storia, è al di sopra di tutte queste cose e se noi guardiamo avanti, sicuramente l'Inter sarà ancora più forte".