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dal ritiro nerazzurro
Il gol segnato in rovesciata, oppure attraverso un’acrobazia è forse la cosa più bella del calcio, Nell’Inter gioca uno dei più bravi in questo senso: Osvaldo. Il gol di mercoledì sera, infatti, non è il primo fatto dall’oriundo ecco perché il gran gol non è solo fortuna.Osvaldo sin da giovincello aveva abituato i tifosi a gesti simili; nell’Under 20 allenata da Gigi Casiraghi il prestigioso Torneo di Tolone, edizione 2008, la finale, vinta sul Cile per 1-0 fu proprio grazie alla prodezza di Daniel in scivolata-spaccata sotto al diluvio. Osvaldo qualche giorno prima aveva portato in paradiso la Fiorentina con quello che forse resta il suo gol più spettacolare e pesante in assoluto. Ultima di campionato, ai viola servono tre punti in casa del Torino per centrare i preliminari di Champions ai danni del Milan. Al 31’ della ripresa, sullo 0-0, Jorgensen lo trova in area, si alza il pallone di testa e spalle alla porta inventa una rovesciata stile «Fuga per la vittoria». Apoteosi. Altre gemme quando passa alla Roma. L’acrobazia che lui stesso non dimentica - anche perché annullata per un fuorigioco inesistente - è del 20 novembre 2011, nel 2-1 contro il Lecce, su assist di Gago. Olimpico in delirio, ma mitraglia strozzata. Il bis - ma convalidato - nove mesi dopo (26 agosto 2012) contro il Catania, su scavetto di De Rossi. Avvitamento alla Iuri Chechi e palla in rete.
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