Il capitano è all'Inter dal 1995. Ne ha attraversato tutta la storia recente, che tra l'altro coincide con la presidenza Moratti. E' stato il simbolo delle sconfitte, l'Inter dei perdenti si identificava in lui. Lui ha avuto la capacità di rimanere fedele a se stesso, e fedele alla maglia. Un esempio per i compagni di squadra, stimato dagli avversari.
dal ritiro nerazzurro
La fedele attesa del Capitano è stata premiata
Il capitano è all’Inter dal 1995. Ne ha attraversato tutta la storia recente, che tra l’altro coincide con la presidenza Moratti. E’ stato il simbolo delle sconfitte, l’Inter dei perdenti si identificava in lui. Lui ha...
Apprezzatissimo da Mancini, nel dopo Mancio si pensa a una vita difficile per il Capitano: arriva Mourinho, Zanetti potrebbe avere qualche problema, ma non sarà affatto così. Il numero 4 rimane una colonna anche col portoghese, irrinunciabile. Passano gli anni e il capitano è sempre lì: forte, grintoso, voglioso di far bene e vincere. E' giusto che a Madrid sia lui ad alzare la Coppa, ed è sacrosanto che la vittoria arrivi nel giorno in cui festeggia la partita numero 700 con la maglia nerazzurra. Poi si giunge ad Abu Dhabi e il Capitano, quello che non segna quasi mai, realizza il gol del 2-0 in semifinale. La finale sigla l'anno meraviglioso dell'Inter, e un anno incredibile per il Pupi, è da 16 anni che attende, e l'attesa è stata premiata alla grande. Dietro quella coppa del mondo che il capitano alza, c'è una fantastica vita di uomo e di sportivo che tutti vorrebbero imitare.
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