dal ritiro nerazzurro

Ranieri: “Ho la fiducia della società , tifosi aiutateci. Forlan e Stankovic…”

Claudio Ranieri si presenta in conferenza stampa prima della delicata sfida interna contro il Catania di Vincenzo Montella. Fcinter1908.it ha raccolto le parole del tecnico interista: “Per vincere contro il Catania bisogna far gol. Il...

Daniele Mari

Claudio Ranieri si presenta in conferenza stampa prima della delicata sfida interna contro il Catania di Vincenzo Montella. Fcinter1908.it ha raccolto le parole del tecnico interista:

"Per vincere contro il Catania bisogna far gol. Il catania gioca con entusiasmo, si è tirata fuori dalle sabbie mobili, sta giocando bene, ha ottimi giocatori tecnicamente. Dobbiamo stare attenti"

Ti affiderai al tuo modulo contro il Catania?

"Col 4-4-2 abbiamo fatto sette vittorie di fila, ma era un modulo mascherato, ma c'era un esterno non di ruolo, come Coutinho e Alvarez. Tranne col Napoli, le altre partite le abbiamo sempre giocate. A Marsiglia abbiamo avuto più occasioni noi. Dipende dai giocatori a disposizione e quello che possono fare".

Ci sono giocatori che si sanno adattare meglio al 4-4-2? Sneijder può adattarsi ad una posizione esterna?

"Credo che Sneijder debba giocare dietro le punte, o una punta. Quello è il suo ruolo e bisogna lasciarlo libero di inventare il suo calcio"

Sneijder paradosso?

"Non è un problema Sneijder, non sta giocando il suo anno migliore, non è un problema ma va gestito in una certa maniera, questo sì".

E' importante avere lo spogliatoio dalla tua parte?

"E' importantissimo sennò non si lavora bene, hanno capito che i problemi si superano stando tutti insieme. La situazione non è bella ma era peggio quando sono arrivato. Dobbiamo essere sereni e determinati. Solo con l'aiuto di tutti quanti, come la società che ci è stato vicino. Voglio fare una menzione anche al pubblico. Nell'ultima partita in casa ci hanno fischiato ma fino all'89' ci hanno sostenuto e spronato. I tifosi ci devono stare dietro e supportare. Domani è importante anche dal punto di vista caratteriale".

Affidarsi ai giovani che hanno più gamba?

"Quando io faccio la formazione non guardo la data di nascita, io guardo in allenamento chi sta bene. Scelgo il sistema di gioco che possa creare problemi alla squadra avversaria. Non meritiamo tutte le 11 sconfitte, alcune sono frutto del caso. Però quello che resta è la sconfitta. Dobbiamo reagire con determinazione ma anche sangue freddo. E' giusto mettere giocatori di gamba ma anche giocatori che sappiano stare in questa situazione".

Forlan come Milito qualche mese fa?

"Il fatto di sbloccarsi può essere determinante. Nel ragazzo c'è quella voglia di cambiare le cose come la vedevo e la vedo in Milito".

Tre motivi per cui l'Inter non segna?

"La poca determinazione che alcune volte mettiamo, quel pizzico di sfortuna che accompagna ogni campionato e la serenità che dobbiamo ritrovare. Dobbiamo essere più forti di quello che sta accadendo. Se analizziamo le partite che abbiamo disputato, il gioco non è stato fluido ma l'occasione c'è sempre stata. E' che non riusciamo a far gol. A Napoli non abbiamo fatto una gran partita, loro hanno fatto il gol che glielo abbiamo regalato ma poi la partita l'abbiamo fatta noi. A Marsiglia noi tre occasioni da gol, e loro neanche quella. E lo stesso con Novara e Lecce. Non è un difendersi il mio lavoro, ma capisci che un conto è quando l'acqua va al mare, in questo momento non riusciamo a mandarla dove vogliamo noi".

Hai cercato altre strade tattiche?

"Stiamo cercando di tutto, ma soltanto continuando a perseverare ne usciamo fuori. Certo non ci arrendiamo, e non voglio che si arrendano nemmeno i ragazzi. Domani devono giocare senza pensare a quello che c'è dietro. Possiamo aprire un fatto notevole nel calcio italiano: una squadra che non gioca bene e un pubblico che la sostiene e la fa tornare a giocare bene".

Pensa di credere nei giocatori e un po' meno nella squadra?

"Io credo sempre nella squadra, ma sono cambiati gli obiettivi. Ora conta solo vincere domani, è come se fosse l'ultima partita. Delle sconfitte qualcuna è meritata, qualcuna no. Nel momento in cui pensavamo di aver fatto il più siamo venuti meno. ABbiamo un problema, lo dobbiamo risolvere e superare. Dobbiamo essere coraggiosi, senza paura".

La vive come una finale contro il Catania?

"Non la vivo come un dentro o fuori. Ho la piena fiducia della società, sono determinato a far bene, voglio che la squadra sia libera psicologicamente e non mi sento sotto esame. Sono arrivato che la situazione era molto più critica. Stavamo dall'altra parte della classifica con le spalle al muro. Ero positivo allora, sono positivo adesso. Ero determinato allora, lo sono adesso."

Cos'ha Stankovic?

"Aveva delle problematiche per cui non l'ho visto bene negli allenamenti. Si è lamentato a Napoli? Ma no, fosse solo quello, ha detto che escono sempre i soliti ma lui ha giocato talmente poco che non può considerarsi uno di quelli che escono sempre".

Cosa si può cambiare per dare una svolta?

"Dobbiamo vincere, la vittoria non cancella tutto però è una medicina troppo importante. Abbiamo il Marsiglia ma è importante arrivarci col morale alto e ci arrivi solo vincendo, rientrano energie nervose che non riescono a tirar fuori per le problematiche di questo campionato".

Quale la chiave per svoltare?

"Io non ho mai visto un'Inter rinunciataria. Noi non riusciamo a pressare alto per la tipologia di giocatori. Io devo trovare il sistema più giusto per far giocare bene questa squadra. Col Marsiglia abbiamo creato, con Novara e Bologna 90 minuti nella loro metà campo. Il problema è il gol".

Manca più la testa, le gambe o la qualità?

"In questo momento manca la testa. Prima eravamo compatti, volenterosi. Ora corriamo anche di più ma corriamo male per la frenesia".

Nagatomo ci ha fatto preoccupare dal Giappone..

"L'ho trovato un pochino stanco perché la passeggiata in Giappone non è cosa da poco. Ma il problema al polpaccio è passato".

Colloquio con Moratti...

"Minimo una volta alla settimana ci parliamo. E' stato uno dei normali colloqui, da prassi".

Le polemiche e le telfonate dopo Milan-Juve?

"E' il calcio italiano, non cambia la mia idea. Il legame Milan-Juve? Non so, quando c'ero io c'era un'altra dirigenza

Juan convocato?

"E' un premio perché ha una forza di carattere incredibile. Si sta allenando benissimo, l'ho voluto premiare ma ancora non è pronto".