Continua il viaggio di InterChannel alla scoperta della personalità dei giocatori nerazzurri. La puntata di oggi di 'Drive', programma condotto da Nagaja Beccalossi, è state registrata a bordo della macchina di Andrea Ranocchia. Il difensore nerazzurro, che si è rivelato di fondamentale importanza per Stramaccioni, ha parlato di sè. Ecco quanto abbiamo raccolto:
dal ritiro nerazzurro
Ranocchia: “Dopo l’errore di Bologna non ho mangiato tre settimane. Strama e…”
Continua il viaggio di InterChannel alla scoperta della personalità dei giocatori nerazzurri. La puntata di oggi di ‘Drive‘, programma condotto da Nagaja Beccalossi, è state registrata a bordo della macchina di Andrea Ranocchia. Il...
RISERVATEZZA - "A me non piacciono le interviste, sono sincero. Al cento per cento. Facciamo 99. Non mi piace raccontare di me, sono riservato di carattere. Ma certo sono un personaggio pubblico e capisco ci sia curiosità".
PERIODI BELLI E BRUTTI - "Rispetto all'anno scorso un momento straordinario dopo l'anno scorso. Mi hanno aiutato la mia ragazza, la mia famiglia e gli amici e senza di loro non so se sarei riuscito a riprendermi, comunque hanno reso tutto più semplice. Nella mia testa è successo di tutto, non capivo le scelte, non capivo perché certe cose non mi riuscivano come prima. L'unico modo per uscirne era allenare il cervello e il fisico per uscirne".
PINZOLO - "Sembravo un'altra persona quando sono arrivato in ritiro e mi dicevano che era mio fratello. Stramaccioni è stato importante. Era giusto non mi facesse giocare appena è arrivato ad aprile perché non ero in forma, non ero capace di dare una mano alla squadra: era una situazione difficile e si è affidato all'esperienza. Nel ritiro mi ha fato fiducia".
I COMPAGNI - "Sono stati fondamentali. Tutti hanno avuto una parola di conforto, chi più, chi meno. Deki mi scriveva gli sms, lui è straordinario, nei momenti di difficoltà mi è stato vicino come Materazzi che sentivo spesso. Anche Chivu".
VETERANO - "Mi sento tanti anni perché è da tanto che gioco. Me li sento. All'Inter si vive intensamente, ci sono tanti impegni: devi entrare in campo per vincere e devi giocare bene. Ipercritico? Si mi critico molto. Ma sto meglio, vedo tutto in chiave diversi. Dopo l'errore di Bologna dell'anno scorso non ho mangiato tre settimane".
CRITICHE - "Tante volte leggo parere di giornalisti che sono talmente errati che possono sembrare allucinanti".
SINCERITA' - "La grande fortuna di giocare in un club come questo è che se sbagli dopo tre giorni puoi farti perdonare: è anche un'altalena molto rapita".
GIOVINEZZA - "A sedici anni sono andato via di casa per andare ad Arezzo: sono stati gli anni più belli e divertenti della mia vita. Erano i primi anni fuori di casa. Sacrifici? si, perché mi sono staccato dai miei amici e il giorno dopo ero in una camera di albergo da solo. Non è stato facile, ma mi sono abituato, adattato, come tutte le cose nuove è servito del tempo, ma alla fine è andata bene".
DECISIONE - "Ho deciso di giocare a calcio da solo. Mio padre prima che io iniziassi non conosceva neanche le regole del calcio e anche adesso ci capisce poco. Pure mia mamma non ne sapeva nulla. Facevo Karate, ma non mi piaceva, tutti i miei compagni di scuola giocavano a calcio e da lì ho iniziato a correre".
JAVIER - "Se corro come lui? Lui è unico e se non è unico possono essercene al massimo due al mondo. Ha doti fuori dal comune. Fa sessanta partite all'anno e io non ci riesco manco adesso. La sua forza è che affronta tutti i giorni e tutte le situazioni con il sorriso. L'anno scorso era un periodo difficile, ma era sempre sorridente e positivo, quella è la sua forza".
DICO (POCO) DI ME - "Sono riservato, molto. Quando posso vado a pesca. La mia ragazza non è voluta venire a funghi qui vicino, ci andavo con papà da piccolo e ho la passione, spesso portiamo a spasso il cane. La cucina? Mi piaceva, quando ero a Bari cucinavo spesso anche per Rivas. Non muoio di fame se resto solo. Geloso? Normale. Io e la mia ragazza stiamo insieme da tre anni, l'ho conosciuta prima di rompermi il crociato. Le dico che è stata colpa sua, scherzando. Lei mi ha sopportato soprattutto l'anno scorso. Il mio cane si chiama Mela, l'ho chiamata così perché mi piaceva".
CASA - "Mi mancano i miei, i miei amici che vedo poco. Mi manca la spensieratezza: quando vado in giro sono semplicemente Andrea, quasi non penso al calcio, stacco la spina e lì recupero un po' di energie".
SOGNI - "Io vorrei divertirmi come in questo primo periodo della stagione. L'anno scorso non mi sono divertito e quando in questo sport non ti diverti perdi valore, perdi tutto. Spero di potermi continuare a divertire come sto facendo. Vincere è bello, anche solo una partita, quindi pensa vincere qualcosa di importante. Ci teniamo, ma voglio soprattutto divertirmi".
DERBY - "Ne ho vinto uno, abbiamo vinto la partita con la Juve. Sono emozioni forti, sono partite sentite, si sente nell'ambiente anche giorni prima. Ne parlan tutti. Non c'è una persona che non ne parla. Quando mancano già due settimane i tifosi già ti chiedono di vincere".
ALTRI INTERESSI - "Altri sport oltre al calcio? Mi sono piaciute le Olimpiadi. Film? Tanti. Mi piacciono. In ritiro leggo. L'ultimo che ho letto è l'ultimo di Coelho e sto leggendo anche Mandela. E uno dei miei preferiti è l'Alchimista".
SAN SIRO - "Fa sempre effetto vederlo. E' un museo. Io non sono abituato a fare le interviste e non dico molto".
SALUTI - "Ciao a tutti gli interisti, continuate a sostenerci come fate sempre".
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