dal ritiro nerazzurro

Stramaccioni: “L’Inter è un sogno, non ho paura. Mou non è un’ombra. E Moratti”…

Voleva diventare calciatore professionista. Un grave infortunio al ginocchio non gli ha permesso di realizzare il suo sogno di bambino, ma Andrea Stramaccioni non ha mollato il calcio e ha deciso di diventare allenatore. E’ arrivato...

Eva A. Provenzano

Voleva diventare calciatore professionista. Un grave infortunio al ginocchio non gli ha permesso di realizzare il suo sogno di bambino, ma Andrea Stramaccioni non ha mollato il calcio e ha deciso di diventare allenatore. E' arrivato all' Inter nel 2011 quando - dopo averlo conosciuto a Coverciano - il responsabile tecnico del settore giovanile interista, Samaden, lo ha chiamato a sostituire Pea che aveva accettato il Sassuolo.

Laureato in Legge, dicono di lui che sia un maniaco nell'organizzazione del lavoro, studia gli avversari in maniera puntigliosa, attacca negli spogliatoi i post it con gli ordini per la sua squadra, mandava sui campi degli allievi i suoi assistenti a spiare le rivali con le telecamere. Ha anche una passione per le punizioni, per i calci piazzati. A 35 anni è diventato il tecnico più giovane della Serie A.

La società nerazzurra, dopo avergli affidato la panchina della formazione Primavera, ieri sera gli ha 'regalato' la panchina della prima squadra. Il presidente Massimo Moratti che è andato di persona a vedere la finale della Next Generation Series nella quale Strama ha trionfato lo ha scelto per dare la scossa ai suoi uomini. Da Appiano Gentile arrivano le sue prime parole da nuovo allenatore dell' Inter. Fcinter1908.it ve le riporta in diretta.

Insieme all'allenatore in sala stampa ci sono l'Ad Ernesto Paolillo e il direttore dell'Area TecnicaMarco Branca e ilDirettore Sportivo Piero Ausilio.

La conferenza ha inizio.

Come è andato il primo allenamento di oggi?

E' un bel sogno, siamo passati dalla vittoria di Londra a quello che è successo ieri. Per quanto riguarada il settore giovanile è stato un grande successo, c'è il lavoro di anni e anni: è la vittoria dell'Inter e del calcio italiano. Un sogno che mi ha regalato Moratto e farò di tutto per onorarlo.

E' grande il salto dalla Primavera alla prima squadra?

La distanza metrica è poca, ma a parte le battute questo è un altro mondo: la prima squadra è diversa dal mondo giovanile. Se ci metti che siamo all'Inter e la considerazione viene da sè.

Cosa hai detto alla squadra?

Io gliel'ho detto sinceramente. Per me è un orgoglio allenarli, fino a ieri li ammiravo dall'altra parte del cespuglio e adesso sono i miei grandi campioni, ci sono giocatori di spessore mondiale ed è stato facile comunicare con loro. 

Ha paura mister?

Più che paura è un sogno. Puoi essere concentrato su cosa devi fare in campo, ma il termine paura è inesatto. E' tutto frutto di grande concentranzione, da quando Moratti mi ha comunicato la sua decisione nella mia testa c'è stato in mente in campo. 

Spazio ai giovani?

E' un discorso delicato, i nostri giovani hanno grande talento e prospettiva, rappresentano il futuro e ogni calciatore ha il suo percorso, la valutazione del come proporre i giovani è una cosa delicata, nel nostro calcio si corre il rischio di bruciare un ragazzo. Oggi già aggregati dei ragazzi della Primavera, la società deciderà come capitalizzarli. 

Non crede di potersi bruciare?

Ieri dopo l'incontro con il presidente mi sono detto che ero stato me stesso. Credo che se Moratti che ha scritto la storia del calcio mondiale e ha deciso di darmi una possibilità è per quello che ha visto. Ho certezza nel mio lavoro e sicurezza in quello che so fare. L'entusiasmo è a mille e la paura di bruciarmi non c'è: so di allenare grandi campioni, ma ho trovato davanti a me dei professionisti e dietro alle mie spalle c'è una grande società. Devo fare il mio lavoro in campo e il giocatore faranno il resto...

Mourinho parlava di ossessioni: lui può essere la sua?

Non corro questo rischio, non lo sfioro neanche. Innanzitutto io sono anni luce da Mou, sono l'ultimo arrivato, io ho le mie idee lui ha le sue, io andrò in campo ad insegnare solo quello che so io. Lui è uno dei più grandi, ma onestamente non penso a lui adesso. 

Cosa ha provato davanti alla proposta di Moratti?

Mi lusingava il mio nome accanto alla panchina dell'Inter e pensavo che se in sei mesi la dirigenza avesse pensato solo per un attimo a me non potevo che essere contento. Il fatto che questa scelta sia caduta su di me l'ho già detto è un sogno.

Che incidenza puo' avere lei sulla squadra?

Non è come esserci dall'inizio, ma credo che - come mi ha chiesto Moratti - è di portare entusiasmo, la voglia di lottare per la mglia, per riportarli davanti alla considerazione che meritano e la stima del presidente mi ha aumentato l'autostima. Scusate il ritardo, di solito sono fiscale e puntuale. Cercherò di trasmettere quello che so fare a questi ragazzi.

L'obiettivo suo e quello dell'Inter qual é?

L'obiettivo (Balotelli lo interrompe entra e saluta tutti.ndr) è quello: come mi ha detto Moratti, 'insomma mister, dobbiamo vincere'. Si parla una partita alla volta cercando di costruire i risultati.

Il terzo allenatore dell'Inter campione d'Europa?

La vittoria di tutta l'Inter e tutti erano felici, ma non sono il terzo allenatore campione d'Europa dell'Inter, il mio è settore giovanile. 

Cosa insegnerò? 

Forse è meglio il verbo trasmettere. Questi giocatori hanno scritto la storia, io non posso insegnargli nulla, semmai posso trasmettergli le mie idee. Ho avuto la fortuna di allenare squadre importanti come la Roma e l'Inter. L'obiettivo è quello di fare bene ad ogni partita. L'internsità dell'allenamento mi ha colpito. Per essere il primo giorno sono molto soddisfatto: ci credo molto. 

Gli allenatori che stima? Se mi sente un predestinato? 

Fortunato più che predestinato, è troppo impegnativo. E' ovvio che calcisticamente un allenatore giovane deve rubare con gli occhi tutto quello che può. A Roma chi mi ha trasmesso di più è stato Spalletti con il suo staff, mi hanno trattato con affetto. La Roma dei record mi ha ispirato tantissime idee, il mister ha una passione travolgente e tutti e due abbiamo preso sette gol in Inghilterra. A parte gli scherzi è un esempio, ma ce ne sono anche altri come Sacchi che mi fa i complimenti, ma mi tira le orecchie a volte. Però gliel'ho detto che non riesco a giocare come lui. 

E in futuro?

Il segreto in questi casi è lavorare giorno per giorno. Io sono sempre lo stesso. Sono orgoglioso di rappresentare l'Inter, ma sono sempre me stesso, sono conscio che dovrò fare bene e per farlo dovrò pensare partita dopo partita. Non mi sembra il caso di fare promesse e di parlare obiettivi, cercheremo di fare risultato domenica. 

I giocatori gli hanno dato del lei?

I giocatori mi hanno dato del lei come una forma di rispetto. Ma non credo sia una cosa anormale...

Come si toglie l'entusiasmo dei senatori?

Io voglio entusiasmo e giovani dentro. Zanetti è un esempio di giovane dentro. E' più grande di me, ma ha sempre la stessa grinta, la stessa voglia. La rabbia e l'agonismo espresse per il bene dell'Inter, questa è la gioventù. 

I problemi dell'Inter attuale quali sono? E Sneijder? 

Del passato preferisco non parlare perché non conosco le dinamiche interne. Wesley è il simbolo della qualità e della tecnica, un giocatore che se sta bene può incidere a tutti i livelli. Non sta bene, aspettiamo per valutare il suo rientro. 

Cosa mi ha detto a fine partita Moratti? 

Quello che mi ha detto ieri me lo ricordo di più. Per ora mi ha chiesto di tornare a far vincere l'Inter. Poi ogni cosa farà il suo corso. 

Serve la bacchetta magica per far correre i suoi uomini? O che Lucio faccia meno danni, o che Ranocchia cresca meglio...

Ho fatto un solo allenamento e oggi comincio per la prima volta comincio a respirare la loro condizione. Spesso una partita che può essere decisa da un episodio può influenzare il giudizio sui giocatori. L'Inter da un punto di vista degli episodi non è stata fortunatissima e questo intacca anche la situazione dei singoli, io li ho trovati bene, prima di dare dei giudizi aspetterei di giocare.

A chi dedica questo successo?

La dedica è scontata in senso buono. Qua ci sono quelli dello staff tecnico nerazzurro e non può che essere dedicata alla società perché mi hanno trattato come se fossi un allenatore importante, la loro fiducia controcorrente basta da sè per dire quanto devo loro. 

Con 27 punti si va in Champions?

Non sono pratico delle classifiche di Serie A, non possiamo fare tabelle, non mi piace sentirne parlare, vediamo la partita con il Genoa, poi pensiamo all'altra partita. 

Elasticità di modulo? E messaggi particolari...?

In Primavera è diverso, da luglio si è lavorato su un gruppo nuovo. E' normale che l'evoluzione è diversa. Una prima squadra è formata da campioni con caratteristiche definite, cercherò di metterli in campo in maniera da potersi esprimere al massimo. Messaggi me ne sono arrivati diversi. Quello che mi ha fatto più piacere è quello di Bruno Conti che mi ha dato tanto che mi ha scritto 'quanto sei forte', io sono un ragazzo semplice e queste cose mi hanno colpito. 

Squadra in crisi e responsabilità?

Forse è un peccato di gioventù, ma questa squadra è forte, ho fiducia nei calciatori, in me stesso e nella società. Prefiggiamoci intanto di battere il Genoa, il resto sono considerazioni che io non faccio, sarà inconscienza giovanile.

La conferenza stampa di presentazione di Andrea Stramaccioni finisce qui