dal ritiro nerazzurro

Stramaccioni: “Udinese grande in casa. C’è un patto con Moratti. I giovani e Zarate…”

Ieri il presidente Massimo Moratti lo ha elogiato pubblicamente: “Non era certo facile, ma lui è stato bravo“. Andrea Stramaccioni è stato chiamato alla guida dell’Inter per riportare entusiasmo in un ambiente che sembrava...

Eva A. Provenzano

Ieri il presidente Massimo Moratti lo ha elogiato pubblicamente: "Non era certo facile, ma lui è stato bravo". Andrea Stramaccioni è stato chiamato alla guida dell'Inter per riportare entusiasmo in un ambiente che sembrava scivolare lento verso una stagione fallimentare, senza ribellarsi, senza più la forza di dire la sua. Il neo allenatore nerazzurro, in tre partite, ha intanto collezionato sette punti e si è avvicinato a meno sei (anche grazie alle sconfitte delle altre) dalla zona Champions. Non ha fatto promesse, non ha illuso nessuno: continua a ripetere 'Ci proveremo, non posso dirvi altro' e continua a ribadire un concetto molto semplice: "Il presidente ha fatto questa follia di chiamarmi, io sono qui e porto le mie idee sperando di dare una mano ai miei uomini". Adesso però ha davanti l'ennesima prova del nove: la gara contro l'Udinese è un crocevia fondamentale, la gara da vincere ad ogni costo per dare un senso a questa stagione. Dalla Sala Stampa di Appiano Gentile, il mister presenta la sfida del Friuli. Fcinter1908.it vi riporta le sue dichiarazioni: 

- Che Udinese sarà? 

Valore innegabile. In casa ha tutta la sua forza, l'attuale classifica dei friuliani viene dalle mura amiche. Sarà una gara difficile. 

- C'è un patto con Moratti?

Il patto c'è perché mi ha chiesto di vincere quando mi ha scelto. E' un patto banale, ma semplice, ma credo che è quello che chiede a tutti i suoi allenatori. Mi ha chiesto di fare bene e vincere...

- La difesa come sta?

Samuel è un giocatore importantissimo per l'Inter, sarà una mancanza incredibile. Siamo comunque, anche senza di lui, riusciti a trovare un equilibrio. Cercheremo di fare bene. Ranocchia è già una certezza e lo ha dimostrato facendosi trovare pronto quando è stato chiamato a giocare. Juan è un giovane interessante che ho avuto in Primaera, si allena con impegno e si farà trovare pronto se lo chiamiamo in causa. 

- Milito e Pazzini...

Non servono dati statistici per scoprire il valore di Diego che sta rispondendo sul campo con prestazioni che non lasciano equivoci sul suo grandissimo valore. Anche Giampaolo è stato decisivo, ha dato un valore aggiuntivo all'attacco dell'Inter. Era andato vicino al gol anche a Trieste. E' difficile giocare poco tempo e farsi trovare pronto, ma è un grande professionista che si allena sempre al massimo. Non è escluso di vederlo in campo nel corso della partita.

- Sneijder e Maicon...

Di Maicon non so di nessuna operazione al ginocchio. Sono due giocatori che hanno voglia di rientrare in gruppo. Wes sta facendo doppia seduta perché vuole rientrare. Maicon si sta allenando, li aspettiamo a braccia aperte.

- Sarà un'Inter che aspetterà l'Udinese?

E' ovvio che da una parte c'è la tua identità, l'idea che metti in campo e quello è il dna di una squadra e poi c'è la singola partita. Bisogna trovare un equilibrio tra le due situazioni. L'Udinese ha delle caratteristiche che possono farci male, senza snaturarci dovremo fare in modo che ciò non avvenga. Dovremo essere un mix tra le nostre idee base e gli accorgimenti per contenere i nostri avversari.

- Migliorie da apportare?

Non credo ci siano particolari ricette. Il segreto è sempre e solo il lavoro. Qualcosa la stiamo migliorando, in progressione qualcosa di buono si sta vedendo. Credo che la strada sia quella del lavoro per migliorarci, è un cantiere in movimento. 

I giovani, perché non li usa nessuno?

Sono contento che su questa tipologia di tematica io ho già risposto da allenatore della Primavera e già allora avevo detto che abbiamo giocatori interessanti, ma per come è strutturata la nostra Nazione non tutti i migliori giovani si affermano in Serie A. La distanza tra una squadra di A e una Primavera è geneticamente importante, i giocatori che si affermano in maniera immediata sono l'eccezione che conferma la regola, un esempio è Balotelli. Ci sono giocatori interessanti in prima squadra come ad esempio Obi, ma si è parlato più della sostituzione che della sua buona prestazione contro il Siena, abbiamo tutti parlato anche di Destro. E' più difficile in Italia dare un prototipo di giocatore già pronto. Nel settore giovanile dell'Inter però ci sono dei buoni progetti. Il presidente mi ha chiesto di vincere e io devo mettere in campo la squadra migliore, per il bene della squadra, se un giocatore è più vecchio, ma gioca meglio, io devo comunque mettere in campo il più bravo. Ho la mia opinione, ce l'avevo prima e l'ho conservata. Nessun allenatore ha un giocatore giovane che fa la differenza e gli riserva la panchina. La media alta è un dato oggettivo, ma nel cercare di mettere in campo l'Inter migliore, ci vanno anche giocatori meno giovani che ho a disposizione. La tematica dei giovani è una tematica d'attualità. Una categoria intermedia tra Primavera e Serie A, sarebbe importante. Con la Primavera abbiamo giocato contro squadre che avevano giocatori che giocavano in un una divisione intermedia.

- Zarate e il riscatto di cui ha parlato Moratti...

Il presidente guarda quello che accade in campo e dimostra intelligenza. Credo che all'Inter nessuno aveva visto il suo grande valore. Sul riscatto decideranno i dirigenti: lui esce da tre buone prestazioni, può ancora migliorare, sta facendo vedere perché l'Inter ha investito su di lui. Poi si deciderà - credo - in base a come andranno le cose, un po' come per tutti quanti. 

- Per allenare l'Inter il presidente dice che bisogna essere matti. Ti senti un po' così?

Preferirei imprevedibile. Sognerei un 'geniale'. Per allenare l'Inter con il mio trascorso, una sorta di incoscienza devi averla: per allenare Milito come allenavi Longo devi essere un po' inconsciente. Rimani te stesso, pazzo è un aggettivo che un po' mi destabilizza... Se mi dite Pazza Inter, già mi cambiate l'accezione!

- Vincere è uguale a restare?

Si parlava della prima squadra, mi disse insomma dobbiamo vincere in generale, l'Inter deve vincere sempre. Tutti gli allenatori di Serie A sognano di fare sempre risultato. Sto imparando che vincere o perdere sposta il giudizio sulle partite nel breve periodo. Ci può stare che Moratti chieda ai suoi allenatori di vincere... Onestamente vincere da qui alla fine è un sogno, però non esiste pensare al futuro, penso partita per partita, siamo sereni, stiamo lavorando in maniera giusta, ma ad Udine - un campo difficilissimo - può succedere di tutto. Profilo basso e vedremo sul campo...

- Forlan, sarà ripescato?

Non è mai stato accantonato. Lui con Zarate, Sneijder, Alvarez rappresentano i giocatori di qualità che possono stare dietro le punte. Se ce l'ho tutti a disposizione sono contento. Faccio delle scelte. 

- Cambiare qualcosa in vista dell'Udinese? 

Se anche ci fosse una sorpresa non la direi certo a te, perché se la dico non è più una sorpresa (scherza.ndr). Osservandola da fuori ci sono tutti gli ingredienti perché noi possiamo diventare la vittima perfetta dell'Udinese. Ma l'intelligenza di una squadra sta nel mantenere un'Inter propositiva mantenendo in campo un'idea e allo stesso tempo lavorare affinché l'Udinese non metta in atto le sue armi, le sue ripartenze attaccandoci sui nostri errori. Sognerei, spero di vedere una squadra che mantiene la sua identità adattandosi anche alla squadra che ha davanti. 

- Calendario difficile e scontri diretti...

Per come ragiono io preferisco essere artefice del mio destino. Lavoriamo per vincere partita dopo partita, ma siamo dietro quindi se non sbagliano là davanti siamo comunque fuori. Nello scontro diretto puoi essere artefice del tuo destino anche se, come gara, ha un coefficiente più alto di difficoltà. 

- Come affrontare l'Udinese?

Abbiamo delle cose comuni, ci sono delle analogie con la Roma che ha giocato con un modulo vicino al 4-3-3. Ma ogni partita ovviamente vive della sua storia e dei suoi momenti. Ogni gara è diversa.

 - Rincorsa per l'Europa: c'è anche la Roma che è il tuo passato. Che sensazioni ti dà?

Non abbiamo la Roma nel calendario, è una rivale come tutte le altre. Da un punto di vista della Roma, sono stato lì sei anni. Il mio oggi è l'Inter e spero sia il futuro. E' un campionato comunque molto equilibrato. Sicuramente la Roma quando esprime il suo calcio fa molto bene, ma vale anche per le altre avversarie. Mai come in questo caso si deve ragionare una gara alla volta.

 - Leonardo e il suo possibile ritorno, come lo vedresti?

Leonardo è una persona che qui ha fatto benissimo, dal grande valore tecnico, dovunque va può solo fare bene. E' un problema che vedo lontano da me. E' una persona di grande valore e non lo scopro io.