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dal ritiro nerazzurro
Luci a San Siro. Quando si aprono su Inter-Milan è sempre un’emozione. Il derby non è una partita come le altre, lo sanno quelli che scendono in campo e quelli che sugli spalti, a casa, nel mondo, devono tenere fermo il cuore per non farlo vibrare troppo. Inter e Milan sono due squadre, due filosofie, due modi di vivere diversi. E chi tifa per uno, ‘odia’ (che gli si dia il giusto peso) per natura l’altra. Non può farne a meno. È una legge necessaria e sufficiente.Gli interisti se ne ricordano al terzo minuto, quando, proprio lui, Ibrahimovic, eroe di tante domeniche nerazzurre, cade in area sotto i colpi di Materazzi e Tagliavento concede il rigore. Lo svedese può vendicarsi e non si risparmia. La squadra di Benitez non incide, non ha idee, non riesce a trovare il modo di ripartire. Solo una punizione di Sneijder a primo tempo ormai andato offre un brivido al popolo nerazzurro. Che deve preoccuparsi di un infortunio ad Obi e poi, come se non bastasse, di una ricaduta del Principe Milito (impalpabile fino a quel momento) costretto a rimanere negli spogliatoi nell’intervallo.
SECONDO TEMPO - La grinta di Eto’o urla in faccia alla Curva Nord. E’ una serata complicata e in campo si sente. I fumogeni milanisti annebbiano la vista sul prato. La partita è a tratti noiosa: da una parte all’altra arrivano solo tiri da fuori area.La punizione di Sneijder al 55’ del secondo tempo è centrale: mette in grossa difficoltà Abbiati che però respinge. Lo spettacolo fa posto al nervosismo: Pandev e Abate litigano ‘senza palla’ e l’arbitro al 60’ li ammonisce entrambi. Per il rossonero è doppia ammonizione ed espulsione. Il Milan resta in dieci.
IBRA VS MATERAZZI - La formazione di Benitez prova ad inventarsi qualcosa, ma non trova la forza di mettere in difficoltà i rossoneri. Ibra si becca un giallo per un fallo a gamba tesa e inutile su Marco Materazzi, costretto a chiedere il cambio per un trauma facciale che fa spaventare pure la sua famiglia. Entra Biabiany che fa da opposto a Pandev, in mezzo va Coutinho, al centro della difesa si sposta Cordoba, Zanetti va a difendere a destra. Seedorf prende in contropiede la difesa interista, tira da fuori area e sfiora il palo. Stankovic lo imita poco dopo, ma la palla si alza sulla traversa.
RIDATECI L’INTER – La Beneamata ha un uomo in più, ma non si vede. Manca pure quella carica emotiva e razionale che tante volte, quando non c’erano la forma, né l’energia che servivano, ha fatto risultato in passato. Nessuna iniziativa, troppi passaggi sbagliati, la sensazione che la partita sia finita dopo quel maledetto rigore. Sneijder trova la forza di arrabbiarsi con Pandev che non segue l’azione su un cross che taglia tutta l’area milanista. Il forcing nerazzurro (senza alcuna qualità) tiene chiuso in area il Milan che si difende a denti stretti. Ibra chiede il cambio, Allegri non lo accontenta. E poi niente, il nulla.
Finisce così in tre minuti il primo derby della stagione. Una partita che fotografa il momento no dell’Inter. Un momento che forse ha compromesso per sempre l’intera stagione.
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