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dal ritiro nerazzurro
Capitan Zanetti scrive sul magazine del Corriere i suoi obiettivi, le sue emozioni (davvero tante, soprattutto negli ultimi anni) e dà delle risposte alle tante domande “tormentone” dell’estate e di inizio campionato.
In molti si sono chiesti, e si chiedono ancora, come possa fare una squadra come l’Inter, che ha vinto tutto, a partire verso nuove possibili vittorie. Il Capitano non ha dubbi: “Chi è atleta lo sa: quando sei lì, anche se hai la bacheca strapiena di trofei, non accetti l’idea della sconfitta. Puoi perdere, perché non c’è una legge che lo proibisca, ma quello che hai vinto non condiziona la voglia, la mentalità, il desiderio – quasi fisico – di ricominciare nello stesso modo”.
Il Capitano si sofferma su vari punti della storia nerazzurra degli ultimi anni, in particolar modo ricorda le supposizioni altrui di due anni fa: “Dicevano, già due anni fa, che eravamo saturi di scudetti. Ne abbiamo vinti altri due cambiando allenatore. Dicevano che per noi non contava più la coppa italiana, non ci siamo tirati indietro e ne abbiamo alzata un’altra, per altro sotto il celo di Roma, ovvero nella casa della rivale più forte e dura delle ultime stagioni. Sostenevano che, vincendo tanto in Italia, non avremmo trovato le forze per arrivare sino in fondo alla Champions League. Invece nella finale contro il Bayern Monaco non abbiamo smesso di correre neppure quando eravamo già in vantaggio di due gol… Siamo fatti così, noi dell’Inter. Sappiamo che nulla ci viene regalato, che tutti aspettano la nostra prima sconfitta per cantare il ‘de profundis’, per celebrare la fine di un ciclo. Ascoltiamo senza battere occhio. Lavoriamo e basta. Non regaliamo illusioni, non facciamo promesse, non crediamo di avere già in tasca quello che dobbiamo meritare solo sul campo. Lavoriamo per continuare a vincere. E anche per risentire quella bella domanda: e adesso?...”
E adesso, di certo, si cercherà di raggiungere nuovi traguardi, la grinta e l'entusiasmo non mancano nel gioco e nelle parole del numero 4.
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