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dal ritiro nerazzurro
Il Capitano dell'Inter, Javier Zanetti, ha rilasciato una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport, nella quale ha spaziato dalla sua fondazione ai temi del campionato, fino al recente mercato, con la partenza di Eto'o e l'arrivo di Zarate e Forlan.
Partiamo dalla fondazione.
"A pensarci mi vengono i brividi. Abbiamo iniziato con 34 bambini nel 2001 e ora ne aiutiamo più di mille. La persona chiave è Pau (Paula, la moglie ndr), che segue tutto.Faremo una cena, ho sentito anche Messi, spera di poter venire".
L'Inter, una famiglia. Ora c'è anche suo fratello Sergio.
"Si, sono contento. Ma nessuno provi a dire che è raccomandato. Si è fatto un mazzo così".
Quest'anno l'Inter non parte da favorita.
"Abbiamo vinto tantissimo in questi anni, conosciamo il nostro valore. Che non siamo favoriti non lo pensiamo certo noi. Basta non essere perseguitati dagli infortuni".
Gli addetti ai lavori dicono Milan perché ha vinto l’ultimo scudetto, perché voi avete perso Eto’oedovete assimilare le nuove idee di Gasperini.
"E lasciamo che il Milan sia favorito. Normale che con Gasperini serva un po’ di tempo».
Qualcuno dice che l'anno scorso con Benitez non avete messo la gamba come con Leonardo.
"Questo mi fa arrabbiare. Fosse stato così non avremmo vinto Supercoppa e Mondiale. Poi quelle dichiarazioni di Benitez hanno provocato l'addio. Ma abbiamo avuto tanti infortuni che con Leo non ci sono stati. Lui ci ha trasmesso il suo entusiasmo e per poco non rivincevamo lo scudetto".
L’ha sorpresa di più l’addio di Leo o di Eto’o?
"Quello di Leo. Con la vittoria in coppa Italia avevamo dimostrato di avere ancora fame. Avevamo fatto progetti per la nuova stagione, e invece...Ma Leo in sei mesi ci ha dato tutto, resta un amico e gli auguro ogni bene. La vicenda di Eto’o è legata alle dinamiche di mercato. E senza il fair play finanziario credo che Samu sarebbe rimasto".
Eppure senza di lui tutti vi vedono più deboli.
"Eto'o è stato importantissimo per noi, ma nessuno vince da solo. Siamo più forti di prima. Sono arrivati grandi campioni, e qualcuno dimentica che l'anno scorso non abbiamo avuto Milito e SamuelUn giudizio sui nuovi. A partire da Zarate, di cui si dice che lei sia il tutor.
"Mauro è immarcabile, salta l'uomo e crea superiorità numerica. Conosce il calcio italiano e sa che è la sua occasione. Alvarezha un grande futuro. Deve solo superare un po’ di timidezza, data anche dal fatto che, così giovane, ha cambiato vita,paese, lingua e soprattutto metodi di lavoro. Jonathan è il tipico terzino di spinta brasiliano. Ma è tosto anche in copertura. Poli mi aveva fatto un’impressione pazzesca nell’1-1 del 30 agosto 2008, la prima di campionato con Mourinho. E’ unodegli italiani più promettenti. Castaignos è una sorpresa. Ha i movimenti del vero attaccante. E tra i nuovi ci metterei ancheCoutinho. Un anno con noi e la vittoria nel Mondiale Under 20 lo hanno cambiato».
E Forlan?
"Fortissimo, calcia allo stesso modo col destro e col sinistro. E poi può fare la differenza sulle punizioni. Assenza in Champions? Non peserà".
Una delle incognite della nuova Inter è la difesa a tre.
"Ci stiamo lavorando e stiamo migliorando".
Non crede sia pericoloso che lo stesso Moratti dica che se la difesa a tre non funziona la si cambia?
"Poter tornare a quattro è un valore aggiunto, non un problema. Il presidente ha dato il suo giudizio, ma dipende tutto dalla nostra convinzione".
Altra incognita: ruolo e motivazioni di Sneijder dopo un’estate sull’orlo della cessione.
"Troveremo un Wesley tranquillo e sereno. Sarà fondamentale, a prescindere da dove giocherà".
Non è che dopo tre derby persi scatti una sorta di complesso di inferiorità?
"Non ci sentiamo affatto inferiori al Milan. Quando sono arrivato non abbiamo mai perso, poi è toccato a loro, poi a noi. Dobbiamo invertire la tendenza. Ma per lo scudetto ci sono anche Napoli e Roma. La competizione della Serie A gli altri campionati se la scordano».
Nel dubbio, potrebbe vincere un derby da difensore centrale...
"Ne ho parlato con Gasperini, il ruolo non mi spiace ma credo sia più legato a una situazione contingente».
Che partita sarà Bologna-Inter?
"Veramente domenica siamo a Palermo...».
Ma il 24 settembre, al Dall’Ara, raggiungerà Beppe Bergomi come recordman di presenze nell’Inter.
"Dipenderà dal mister, ma sarà una giornata fantastica. E’ un traguardo cui tengo da pazzi, anche perché raggiungo un mitocome lo Zio, che quando sono arrivato mi ha aperto le porte dell’Inter. Dediche? Troppe, dalla mia famiglia alla famiglia interista. Compresi Prisco e Facchetti".
Adesso può dirci come sarà Palermo- Inter.
"Dell’ultima sfida al Barbera ho brutti ricordi. Non della partita, vinta in rimonta, ma del dopo. Dopo una pallonata nei santissimi ho continuato a correre e correre. Tornato negli spogliatoi sono stato malissimo. Lo pneumotorace mi tenne fuori unpo’ di tempo. Vincere a Palermo può valere sei punti, cioè darci la carica giusta per proseguire il nuovo lavoro con Gasperini."
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