editoriale

1 FACILE DOMANDA ALLA SPEDIZIONE RAI IN SUDAFRICA…

Da giorni negli studi Rai in trasferta a Johannesburg serpeggia un rinnovato interesse per il Mondiale orfano della nazionale azzurra: le dieci domandone da rivolgere a Lippi e ad Abete. Improvvisamente, dopo conferenze stampa in cui l’unica...

Sabine Bertagna

Da giorni negli studi Rai in trasferta a Johannesburg serpeggia un rinnovato interesse per il Mondiale orfano della nazionale azzurra: le dieci domandone da rivolgere a Lippi e ad Abete. Improvvisamente, dopo conferenze stampa in cui l'unica posizione che si intravedeva tra gli inviati della televisione pubblica era quella tipica della compiacenza, qualcosa si è mosso. Siamo stati eliminati, nonostante l'inguaribile ottimismo di Varriale, in una partita che ha avuto del tragicomico. E dell'imbarazzante. Non si era mai visto segnare su rimessa laterale in quel modo, ma tant'è. C'è sempre la prima volta. Se è vero che sono tutti molto bravi a salire sul carro dei vincitori quando è il momento, è altrettanto vero che questa regola tutta italiana vale ancora di più nel caso di sfilata dei perdenti. Chi fino a qualche giorno fa riusciva a giustificare l'ingiustifiabile (Cassano è una testa calda, Balotelli è troppo giovane, e poi il gruppo, ah il gruppo...) si trova ora improvvisamente in prima fila a scagliare pomodori marci contro la ritirata azzurra. A chiedere ragione di una serie inspiegabile di errori e leggerezze. A domandarsi se in effetti nel comportamento lippiano non ci fosse un pò troppa arroganza. Così la Rai, sulla scia delle ormai stranote dieci domande che Repubblica decise di rivolgere al premier Berlusconi, ha scelto i quesiti e ha promesso che li rivolgerà agli interessati caparbiamente tutti i santi giorni, da qui alla fine del Mondiale. Lippi ha chiuso il suo mandato e Abete, che non risponderà a nessuna di queste domande, ha già fatto capire che le dimissioni non fanno per lui.Ora, di domande alla nutrita spedizione di giornalisti Rai in azione in Sudafrica, ne avremmo tante. Troppe. Ne scegliamo una a caso. Se al posto di ringraziare il furbissimo ct azzurro nella sua ultima (penosa) comparsata davanti ai microfoni, dopo Italia-Slovacchia, i giornalisti avessero pensato ad onorare la loro professione ponendo appunto delle domande degne di tale nome, forse a quest'ora si potrebbe parlare di qualcosa di diverso dal vuoto rimbombante...