editoriale

11° COMANDAMENTO: NON TOCCARE IL MILAN…

E’ strano che in un paese come il nostro, dove le leggi ad personam sono l’oggetto di quasi tutte le discussioni politiche, certe sfumature passino inosservate. Il giudice sportivo ha inaugurato la crociata puritana italiana...

Sabine Bertagna

E' strano che in un paese come il nostro, dove le leggi ad personam sono l'oggetto di quasi tutte le discussioni politiche, certe sfumature passino inosservate. Il giudice sportivo ha inaugurato la crociata puritana italiana impartendo le prime due squalifiche per bestemmie. Le prime vittime sono state l'allenatore del Chievo Domenico Di Carlo e il giocatore del Parma Davide Lanzafame. Graziato il giocatore del Chievo Marcolini per aver sfogato l'insofferenza dovuta all'espulsione con un P...Diaz: indispensabile in questo caso il lavoro di interpretazione sul labiale.

Punizione severa per Andrea Della Valle, forse per legittimare i continui deferimenti di Mourinho e in linea con una giustizia sportiva allergica alle critiche. La motivazione riguarda "l'aver espresso mediante dichiarazioni pubblicate su organi di informazione, giudizi e rilievi lesivi di persone e di organismi operanti nell'ambito federale idonei a ledere direttamente o indirettamente il prestigio e la credibilità delle Istituzioni Federali, adombrando altresì dubbi sulla regolarità del campionato". Insieme a Della Valle deferita anche la Fiorentina per responsabilità oggettiva. Certo, è facile blaterare per una settimana intera dello scandaloso arbitraggio di Ovrebo all'estero contro una nostra squadra. Poi si ritorna tra le quattro mura di casa ed è meglio non parlare. Pena la censura.

A scorrere una per una le squalifiche impartite dopo le gare del 26° turno (+ il recupero) manca però qualcosa. Ci sembrava di aver rilevato, oltre al dignitosissimo arbitraggio di Rosetti (uno dei tanti), anche uno strano gesto da parte di un giocatore del Milan. Ci sembrava - vagamente, eh! - di averlo visto fare una cosa che a casa nostra si chiama il gesto dell'ombrello, in direzione dei tifosi viola. Ci sembrava anche che il gesto, sicuramente liberatorio per Huntelaar, non fosse di estrema educazione e lealtà sportiva. Ci sembrava anche che forse, rispetto all'applauso di Mario all'indirizzo di un tifoso che gli aveva urlanto la sua stima a Verona, questo non fosse un modello di etichetta. RImaniamo sul vago e sottolineiamo ci sembrava. Di questi tempi, si sa, i comandamenti si estendono e la libertà d'espressione non è sempre lecita. Soprattutto in certi casi...