editoriale

5 motivi per abbonarsi ed esserci: la parola ai tifosi!

I 5 motivi di Marco Luotti

Sabine Bertagna

Avete aderito in tantissimi al nostro contest dedicato ai tifosi. Vi avevamo chiesto di raccontarci 5 motivi validi e originali per rinnovare l'abbonamento anche quest'anno (leggi il regolamento del contest qui). Oggi diamo spazio a Marco Luotti, che ci racconta una storia profondamente nerazzurra, fatta di amicizie, di gol e di una sola bandiera: 

1° ottobre 1971 – Primo giorno di Liceo Scientifico. Marco si trova in una classe senza compagni delle medie. E’ un po’ spaesato e cerca di individuare con chi tra i nuovi compagni potrebbe esserci empatia (cit). Alberto sembrerebbe uno sveglio e simpatico. Ed in effetti un paio di mesi dopo……

28 novembre 1971 – Marco è già stato a San Siro con il papà Ugo molte volte ma quello è il primo derby a cui assiste. Marco e suo papà (abbonato dagli anni ’40) a San Siro vanno sempre nei distinti, nella “curvetta” opposta all’ingresso negli spogliatoi (oggi sarebbe 1° arancio al confine col blu…). Sono i tempi dei 100.000 senza tessera del tifoso e terzo anello. E tra i centomila due gradini sotto chi c’è? Alberto e suo papà Ercole! L’empatia allora c’è, non è qualcosa di inventato di cui parlerà un genio venuto da Setubal qualche decina d’anni dopo. E l’amicizia tra Marco e Alberto diventa sempre più profonda. Per la cronaca il derby non finisce bene (3 – 2) per quelli là. C’è il famoso gol di Bigon col polpaccio mentre per noi segnano Ghio e l’idolo Boninsegna. Il tutto è sufficiente per far nascere in Marco ed Alberto un “odio” viscerale nei loro confronti, molto di più rispetto a quelli che “vincono” solo in Italia. Ma anche una solida amicizia tra i due.

’70 – ’80 – ’90 – ’00 - Gli anni passano e Marco e Alberto frequentano San Siro coi Boys che ai tempi erano in fondo al rettilineo dei popolari, sotto al tabellone. Partite su partite, vittorie e sconfitte si susseguono ed il piacere di esserci (cit) è sempre più forte. E’ bello essere presenti. Più avanti in settori diversi e di nuovo coi genitori. Nel frattempo San Siro è cambiato. Hanno costruito il terzo anello e colorato i settori. Qualche anno al primo verde, poi al primo blu, ma anche arancio, rosso…….Da Bonimba e Corso si passa ai Beccalossi e Altobelli, Rummenigge e Muller, Berti Zenga e Mattheus, e Ronaldo e Recoba. Ma anche Cerilli, Libera, Caso, Manicone Gresko…. (senza che nessuno si offenda eh). La vita, il lavoro, gli amori portano a dividere Marco e Alberto ma l’esserci a San Siro è quello che li ha mantenuti sempre in contatto. Più che altro l’Inter li ha mantenuti in contatto. Assieme hanno condiviso le trasferte di Vienna, Parigi, il 5 maggio a Roma e altre ancora…… Nel frattempo i papà non ci sono più e sono stati sostituiti dai figli Michele e Carlo. Sugli spalti anche loro…

22 maggio 2010 – Madrid. Ore 20:40. Sul megaschermo del Bernabeu scorrono le immagini della storia dell’Inter, alcune in bianco e nero. Marco e Alberto si abbracciano e incominciano a piangere. Forse perché ad entrambi sono tornati alla mente i momenti vissuti assieme e con la presenza dei loro papà. E l’abbraccio e le lacrime si ripetono alle 22:50 quando stiamo salendo sul trono d’Europa.

30 agosto 2015 (data incerta…) – San Siro – Prima di campionato. Marco e Michele, Alberto e Carlo sono lì a San Siro. Come una volta. Come adesso. Come sempre. Perché NIENTE E’ COME ESSERCI

Continuate a scriverci a contestfcinter1908@gmail.com: in palio i biglietti per la prima di San Siro!